Batosta per la Merkel alle regionali
In questo turbine elettorale che tra maggio e giugno ha portato e porterà alle urne molti cittadini di alcuni tra i principali Paesi europei, un posto d’onore – forse un gradino al di sotto solo delle elezioni presidenziali francesi – meritano le elezioni amministrative nel Nordrhein-Westfalen, il più ricco e popoloso land tedesco, cuore industriale e minerario della Germania.
Hannelore Kraft (SPD) |
Questa regione occidentale, con capoluogo Düsseldorf, produce da sola circa il 20% del PIL tedesco, ed il tenore di vita dei suoi cittadini è situato circa il 15% al di sopra della media europea. Tra le principali realtà industriali della zona si nominano il colosso energetico E.On. e quello delle comunicazioni Deutsche Telekom; spicca inoltre il nome ThyssenKrupp, tristemente noto in Italia per il rogo dello stabilimento di Torino. È inoltre sede secondaria di altre importanti compagnie come Toyota, Reanult, LG Electronics, Sony ed Ericsson.
[ad]Dal punto di vista politico, il Nordrhein-Westfalen è considerato una roccaforte della SPD: governata dalla CDU fino al 1966 (ad eccezione del biennio 1956 – 1958), ha poi visto una ininterrotta successione di presidenti SPD fino al 2005, quando con un risultato di portata storica la CDU tornò al governo con Jürgen Rüttgers. Nel 2010 il land tornò a sinistra, ma con un risultato a dir poco incerto che portò alla formazione di un governo rosso-verde di minoranza di vita relativamente breve: a marzo 2012 infatti l’esecutivo regionale cadde su questioni di bilancio per condurre il land alle elezioni anticipate.
Di per sé l’elezione in una regione così importante per l’economia tedesca ed europea non poteva già essere considerata alla stregua di un qualsiasi altro appuntamento elettorale, ma a portare alla ribalta mediatica questa particolare tornata sono stati i temi della campagna elettorale. La presidentessa Kraft (SPD) è stata infatti duramente attaccata dalla CDU – nella persona del suo candidato Norbert Röttgen, che essendo membro del Governo di Berlino è stato visto come estensione di Angela Merkel – per la sua politica economica lontana dalle linee guida rigoriste propugnate dai conservatori. Si è quindi prefigurato uno scontro frontale non già tra SPD e CDU, ma tra due modelli politici ed economici letteralmente contrapposti tra loro. Tanto per le tematiche, quanto per le ripercussioni sulla futura politica della Merkel, sarebbe stato quindi riduttivo etichettare le amministrative del Nordrhein-Westfalencome elezioni regionali; ben più corretto è analizzare il risultato di questo appuntamento elettorale come un vero e proprio referendum sulla linea economica di Angela Merkel e del suo Governo.
Risultati delle elezioni amministrative in Nordrhein-Westfalen (2010 – 2012) |
Distribuzione dei voti in Nordrhein-Westfalen |
Il primo dato necessario per analizzare il risultato elettorale è quello dell’affluenza, che si presenta in leggera crescita dal 2010 al 2012 passando dal 59,3% al 59,6%. Un incremento modesto che tuttavia aiuta a circoscrivere gli effetti dell’astensione: per quanto sia possibile che vi sia stato un pareggio tra coloro che hanno scelto di disertare le urne e coloro che dopo essersi astenuti in passato vi sono invece ritornati, certamente è molto probabile che gli spostamenti del voto tra i partiti siano invece coincisi in massima parte con un effettivo riposizionamento dell’elettorato.
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[ad]Questa chiave di lettura è particolarmente preoccupante per Angela Merkel ed il suo partito, la CDU: i democristiani tedeschi perdono oltre 600.000 voti in termini assoluti, pari all’8,25% dei consensi. Un dato molto pesante, una perdita doppia rispetto a quanto pronosticato dai sondaggi della vigilia, che porta il partito al suo minimo storico nel land dal secondo dopoguerra. La profonda disaffezione per la CDU, che inanella forse la sua seconda sconfitta più grave di questi ultimi anni dopo quella – storica – in Baden-Württemberg del marzo 2011, non può essere ricondotta a motivazioni locali. Il fatto che l’economia fosse il tema dominante della campagna elettorale e il fatto che il candidato CDU fosse un membro del Governo di Berlino danno chiara valenza nazionale al voto, e segnano una sonora bocciatura per la politica economica rigorista della Merkel.
Contrariamente a quanto avvenuto in numerose altre regioni tedesche, la FDP riesce a restare nel parlamento regionale, e anzi a segnare un’avanzata rispetto al 2010. Gli alleati della Merkel, fortemente puniti in pressoché tutte le altre elezioni locali degli ultimi anni, sono invece stati in grado non solo di conservare il proprio elettorato, ma anche di intercettare una pur minima parte dei voti in fuga dalla CDU. Non è semplice interpretare questo fenomeno, ma emerge sicuramente con chiarezza la focalizzazione dell’opposizione alla Merkel persino all’interno del suo stesso schieramento, con una frazione minoritaria ma non trascurabile dell’elettorato (stimabile intorno alle cento-centocinquantamila unità) che pur restando nel perimetro della coalizione governativa si sposta dalla CDU della cancelliera agli alleati liberali.
Restando nel campo degli sconfitti da questa tornata elettorale bisogna svoltare decisamente a sinistra, con la Linke che passa dal 5,61% ad un modesto 2,50% uscendo dal parlamento regionale. Con un’emorragia di quasi 250.000 preferenze la formazione di sinistra risulta essere il secondo partito più penalizzato dall’elezione 2012 dopo la CDU della Merkel; la formazione di La Fontaine ha certamente sofferto la concorrenza di una SPD in grado di calamitare l’opposizione al governo federale, ma è indubbio che il successo dei Piraten abbia in qualche modo svuotato la Linke del suo elettorato meno militante e più di protesta.
Proprio il giovane partito dei Piraten è uno dei grandi vincitori di questa tornata elettorale, entrando nel quarto parlamento regionale dopo i successi di Berlino, Saarland, e Schleswig Holstein. Con un incremento di quasi mezzo milione di voti i Piraten sono la formazione con il più alto tasso di crescita, che consente loro di guadagnare 20 consiglieri: la minore delle forze entrate nel parlamento regionale, ma sicuramente un grande successo per questo partito che si trova a confrontarsi con formazioni storiche e decisamente più radicate e blasonate.
Se la vittoria dei Piraten è soprattutto morale, la coalizione di centrosinistra centra un grande successo, ed il fatto che il Nordrhein-Westfalen sia un tradizionale feudo rosso non ne sminuisce la portata e l’importanza. I Grünen si mantengono tutto sommato stabili, in calo di circa 60.000 voti all’11% (-1 dal 2010), evidenziando una conquistata maturità elettorale e un bacino di voti tutto sommato stabilizzato. Il loro peso nel parlamento regionale resta tutto sommato inalterato, dal 12,71% dei seggi al 12,24%, mentre il loro potere all’interno del governo di coalizione con la SPD risulta invece indebolito (dal 25,56% al 22,66%) pur restando su valori comunque molto alti.
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[ad]Proprio i socialisti si possono considerare i veri vincitori della tornata elettorale, ed i numeri sono lì a confermarlo: +4,65% rispetto al 2010, un incremento di quasi 400.000 voti in termini assoluti, un aumento del 4,76% dei seggi conquistati. La SPD interrompe una discesa che continuava ininterrotta dal 1985 riportandosi su valori superiori tanto al 2010 quanto al 2005. Il successo della formazione socialdemocratica è totale, premia il governo uscente di Hannelore Kraft e la sua politica orientata alla crescita attraverso la spesa pubblica. Giustizia sociale, integrazione, scuola, sostegni alle famiglie: politiche dispendiose, che hanno portato ad un peggioramento delle finanze del land ma che la Kraft (e con lei la popolazione del land) ha definito in realtà politiche di investimento in grado di prevenire spese future – in special modo in ambito scolastico.
Parlamento regionale del Nordrhein-Westfalen |
Se a livello del Bundesrat il land era e resta all’opposizione rispetto al Governo federale e quindi non vi saranno impatti in termini di votazioni a Berlino, è chiaro che l’azione politica della Merkel esce con le ossa rotte da questo appuntamento elettorale, evidenziando come persino nel suo stesso Paese la linea rigorista del Governo sia ormai malvista e osteggiata.
Probabilmente non poteva esservi un migliore auspicio per Hollande, che durante la settimana incontrerà proprio Angela Merkel per tentare di rimettere in gioco il fiscal compact o quantomeno affiancarlo a misure destinate alla crescita. E anche per l’Italia, certamente tra i Paesi che maggiormente soffrono delle attuali politiche berlinesi, il voto di domenica apre scenari inaspettati che consentono di guardare al futuro con maggiore speranza.
Per Angela Merkel si tratta invece di una sconfitta bruciante – nell’entità più che nell’esito in sé delle consultazioni elettorali – che da un lato ne indebolisce la fermezza dell’azione politica, necessariamente più annacquata via via che le elezioni federali del 2013 si avvicineranno, e dall’altro lancia alla ribalta una figura politica, quella di Hannelore Kraft, in grado di sfidarla sul suo stesso terreno con ricette economiche alternative e che ora rischia di ritrovarsi come rivale nel 2013 per il posto di Cancelliere.