Verso lo scioglimento anticipato?
Il punto sulla crisi politica: è possibile uno scioglimento unilaterale delle Camere da parte di Napolitano?
Dopo diversi rinvii, alla fine all’aula di Montecitorio è approdata la mozione di sfiducia individuale contro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, presentata tre mesi fa da Pd ed Idv e a cui si è aggiunta solo una settimana fa anche quella del terzo polo (Fli, Udc e Api).
Ebbene, potrebbe allora dirsi concluso un periodo tormentato di questa legislatura e appena iniziata una nuova fase caratterizzata da una efficace azione di governo ed un produttivo svolgimento dell’attività parlamentare? In realtà, pare proprio di no. Anzitutto si tratta di superare l’importante snodo del voto sul federalismo fiscale, atteso per questo giovedì in Commissione bicamerale. In secondo luogo, e collegato al primo punto, c’è la Lega che da tempo chiama alle urne e che pare non essere più tanto inflessibile nel difendere gli interessi del presidente del Consiglio. C’è poi ancora il caso Ruby, che investendo fortemente e in maniera diretta lo stesso Berlusconi, con i suoi sviluppi infuoca il palcoscenico del teatro politico, portandolo sempre più spesso sui toni più variegati fuorché politically correct o semplicemente politico-istituzionali nel senso più alto del termine. In sostanza, il generale clima da guerra di tutti contro tutti genera una paradossale situazione d’emergenza e di crisi anche dopo “l’ennesimo atto di fiducia” fatto dal Parlamento a questo Governo ed al suo Presidente. Come correttamente notato dal professore Paolo Armaroli, “siamo in uno scontro istituzionale senza precedenti, con il premier contro il Presidente della Camera, il Presidente della Camera contro il premier e contro il Presidente del Senato e il Ministro degli Esteri. E il Parlamento che non è in condizione di legiferare”.
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