Alla fine, com’era prevedibile, a Palermo si andrà al ballottaggio. Un ballottaggio anomalo che rispecchia le molte anomalie di queste elezioni.
In molti credevano che le amministrative non avrebbero dato a Palermo un sindaco già al primo turno, ma pochi erano sicuri dell’exploit di Leoluca Orlando ,del crollo fragoroso della destra e del misero risultato di Ferrandelli.
[ad]Leoluca Orlando ha stupito tutti: con il 47,42 % di voti è quasi riuscito a centrare al primo colpo la sindacatura. Questo suo risultato è figlio , oltre che dell’ottimo ricordo che i suoi anni da primo cittadino hanno lasciato (la c.d. primavera palermitana), anche di una protesta contro i partiti che si è fatta sempre più forte. In effetti il senatore dell’IDV è stato visto dai suoi concittadini come un elemento di rottura, fisico e morale, su cui riversare la rabbia e la tensione di una politica sempre più lontana dalla gente; su questo Orlando ha basato parte del suo successo. Sin dalle primarie ha girato per Palermo sottobraccio con Rita Borsellino, poi ha sconfessato il loro risultato e l’accordo con il PD ed infine si è candidato autonomamente. Queste sue decisioni, invece di provocare una caduta dei consensi, lo hanno messo ancor più in luce e alla fine lo hanno premiato.
Un’elezione anomala dicevamo. In primis perchè, già dopo un’ora dallo spoglio delle schede, il senatore la Russa sconfessava apertamente Massimo Costa dicendo “non ho problemi ad ammettere che abbiamo fatto un errore nella scelta dei candidati”, in secundis perchè, in effetti, nessuno immaginava che il PDL e tutto il centro-destra potesse ridurre i suoi consensi in questo modo. Sicuramente avranno pesato i dieci anni di amministrazione Cammarata, ma si pensava che la divisione della sinistra avesse quantomento avvantaggiato il centro destra, forte anche di un candidato che era lontano dai partiti ed era riconosciuto da tutti come un uomo nuovo. Invece, paradossalmente, i palermitani da questa divisione hanno premiato Orlando e punito Costa, non come uomo, ma come rappresentante di una politica che in pochi anni ha visto Palermo sfiorire. Ed in effetti, dal quasi 19% di Forza Italia del 2007, il PDL ha perso ben 10 punti percentuali in solo 5 anni. Percentuali che hanno scatenato una guerra all’interno del partito di Berlusconi con due opposte fazioni a fronteggiarsi: da una parte Francesco Cascio, presidente del consiglio regionale siciliano, dall’altra Francesco Scoma, rappresentante provinciale. Entrambi gli schieramenti si lanciano l’accusa di aver distrutto il partito con la scelta di Costa, uomo nuovo è vero, ma forse poco pronto e poco conosciuto per fronteggiare un politico di lungo corso come Orlando.
E Fabrizio Ferrandelli? Anche il PD palermitano non può gioire del suo candidato. Se il 18 % è bastato a far andare il suo uomo al ballottaggio è un numero che è di quasi 30 punti al di sotto dello sfidante. Come dicevo prima, i palermitani in queste elezioni hanno voluto punire anche i partiti classici e, mentre una volta il candidato che veniva indicato dal partito, qualunque partito, veniva votato da tutti gli iscritti e i simpatizzanti, adesso i cittadini sono consci che in quella cabina elettorale con la matita copiativa in mano ci sono loro e non il partito.
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[ad]Anche Palermo, inoltre, segue il trend nazionale dell’astensione: solo il 65% dei cittadini è andato a votare contro il 71% delle amministrative del 2007. Un altro dato in controtendenza è quello del Movimento 5 Stelle. A Palermo il movimento di Grillo non ha sfondato, raccogliendo un 4,91% che non gli permette di avere alcun rappresentante in consiglio comunale, visto la soglia di sbarramento del 5%. Un risultato ben lontano dai numeri a due cifre delle città del nord.
Intanto, a pochi giorni dalle votazioni finali, appaiono segnali di distensione tra i due sfidanti. All’interno del Giardino Inglese,in un incontro organizzato da Addiopizzo, sia prima che dopo, Orlando e Ferrandelli si sono stretti la mano trovando l’intesa di lavorare insieme per il bene della città chiunque diventi il nuovo sindaco. Parole e strette di mano che sembrano già dimenticate visto che Orlando denuncia una compravendita di voti in alcuni quartieri della città, dando anche il prezzario (un voto per 100 euro).
Infine il capitolo più importante, le alleanze per il ballottaggio.
Almeno su questo Ferrandelli e Orlando sono d’accordo: nessun apparentamento politico camuffato da tecnico e i due provano a farsi votare con i fatti: da una parte Orlando che promette di avere una giunta di tecnici che lavorerà a tempo pieno per il Comune e che ognuno di loro farà il vicesindaco per sei mesi, dall’altra Ferrandelli che propone un vicesindaco donna ( si parla di Antonella Monastra della lista civica Ora Palermo) e di pensare ad un possibile accorpamento di funzioni per ridurre il numero di assessori.
La partita è quanto mai aperta: Ferrandelli sa di partire svantaggiato ma si dice sicuro che al ballottaggio si partirà di nuovo sullo 0 a 0; Orlando, al contrario, ostenta sicurezza forte del suo oltre 47 %.
Una sola cosa è sicura: fra pochi giorni Palermo avrà un nuovo sindaco che potrà far valere il suo influsso anche sulle, ormai prossime, elezioni regionali.