Dossier: il caso Ruby

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 alle 23:42 Autore: Francesca Petrini
caso ruby 2012

 

[ad]Si salta così l’udienza preliminare e si va immediatamente al dibattimento: essenziale nella decisione di procedere con rito abbreviato è la sussistenza della c.d. “prova evidente”.Nella parte del provvedimento in cui si parla dell’evidenza delle prove, il gip Di Censo spiega che l’evidenza probatoria si riferisce non alla prova della responsabilità a carico di Berlusconi, ma alla prova della fondatezza delle accuse contestategli. In sostanza, il gip chiarisce che c’è una prova della fondatezza delle accuse tale da poter sostenere le stesse in un giudizio di fronte a un Tribunale, che dovrà poi decidere sulla responsabilità penale del Capo del Governo: nel suo provvedimento, di circa 30 pagine, il gip precisa di non riferirsi alla “prova della responsabilità”, ma alla “fondatezza” dell’accusa. Sempre in tale documento, il giudice, citando sentenze della Cassazione, precisa anche che la competenza sul reato di concussione, la contestazione principale mossa al Premier, essendo stata consumata nella qualità di Presidente del Consiglio e non con l’abuso della funzione di Presidente del Consiglio, non spetta al Tribunale dei Ministri, come invece lamentato dai difensori di Berlusconi. Di seguito, il gip precisa la possibilità di procedere con rito immediato anche per quanto concerne la prostituzione minorile in quanto, secondo giurisprudenza e prassi, il reato più grave (concussione) attrae quello meno grave (sfruttamento della prostituzione minorile). Posto che i due reati sono connessi dall’aggravante dell’aver commesso il primo per occultare il secondo e che il rito immediato non comporta limitazioni dei diritti di difesa dell’imputato, il “trascinamento” dell’uno all’altro comportante un dibattimento davanti ad un Tribunale collegiale – concussione – anziché monocratico – prostituzione minorile – può in definitiva apparire più garantista per l’imputato. Nel decreto del giudice si individuano anche le parti lese nella stessa Ruby e nel Ministero dell’Interno: Ruby è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile – il periodo di riferimento è da febbraio a maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni; il ministero dell’Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato in relazione alla telefonata che il Presidente del Consiglio fece nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 in Questura a Milano per ottenere il “rilascio” di Ruby. Ci sono anche tre funzionari della Questura di Milano come parti lese nel processo: si tratta del capo di gabinetto Pietro Ostuni, e dei funzionari Giorgia Iafrate e Ivo Morelli, i quali, secondo l’accusa, avrebbero subito pressioni da Berlusconi nel contesto della telefonata agli uffici di via Fatebenefratelli.

I possibili risvolti

Ora si tratta di capire se e come sia possibile impedire che il processo per concussione e prostituzione minorile a carico del Presidente del Consiglio arrivi a sentenza davanti al collegio, composto da tre giudici, che lo ha convocato per la prima udienza il prossimo 6 aprile. Diverse opzioni sono state citate da politici e dai media negli ultimi giorni in un mix di strumenti processuali a disposizione della difesa, interventi presso la Corte Costituzionale e leggi ad hoc. Anzitutto, per ritardare il processo, gli avvocati di Berlusconi hanno al momento in mano la richiesta di legittimo impedimento. A tale riguardo è bene ricordare che, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la norma che congelava i processi al Premier e ai ministri per almeno sei mesi, sta ai giudici decidere se accogliere o meno la richiesta della difesa di rinviare l’udienza a causa degli impegni istituzionali del Presidente del Consiglio. Secondo alcuni media, pare vi sia anche una strada parlamentare, ovvero la possibilità dell’introduzione di una norma sulla “parità delle parti, dell’ufficio del pm e del difensore nel procedimento penale”, che costringerebbe i giudici ad accettare le liste di testi della difesa – presentate anche solo per esigenze dilatorie – magari sotto forma di emendamento al disegno di legge sul processo breve: approvata un anno fa dal Senato con la fiducia e rimasta sotto traccia in Commissione Giustizia alla Camera, la riforma sul processo breve è già riemersa e potrebbe andare al voto entro marzo a Montecitorio. Si noti che, sebbene il disegno di legge preveda tempi certi per i processi, scaduti i quali gli imputati vengono prosciolti d’ufficio, e la norma transitoria fa sì che esso si estenda a molti processi in corso, fra cui tre che vedono protagonista Berlusconi – Mills e Mediaset in primo grado e Mediatrade in fase di udienza preliminare – il processo sul caso Ruby, almeno quello di primo grado, potrebbe andare a sentenza comunque entro i termini di legge.

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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