Sondaggi politici Pew Research, in Italia solo il 20% non accetta l’omosessualità
Sondaggi Pew Research, molte differenze nell’accettazione dell’omosessualità nel mondo. Decisive, ma meno Italia, l’istruzione e la pratica religiosa
Pew Research è uno degli istituti di sondaggi americani che si occupa di ricerche globali e di rilevazioni su temi non solo di politica ma anche inerenti alla visione della società di popolazioni molto diverse.
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Sondaggi Pew Research, in Italia solo il 20% non accetta l’omosessualità
Recentemente ha riproposto un sondaggio del 2019 sull’accettazione dell’omosessualità a livello globale. Tra i Paesi in cui sono state condotte interviste vi è l’Italia. Il primo dato rilevante è che nel nostro Paese solo il 20% pensa che l’unione tra persone dello stesso sesso non debba essere accettata.
È una percentuale allo stesso tempo maggiore della gran parte dei Paesi europei occidentali e inferiore a quella che si riscontra nell’Est. Si va infatti nella UE dal 94% di accettazione in Svezia al 28% in Lituania, passando per l’86% in Francia e Germania, il 75% in Italia, il 49% in Ungheria.
Oltreoceano i numeri in USA sono simili all’Italia, con un 21% di americani che non accettano l’omosessualità contro il 10% in Canada.
Molto diverse le cose in altre parti del mondo. In alcuni Paesi come Nigeria, Indonesia, Kenya, Libano, la non accettazione supera l’80% e a volte il 90%, come in Nigeria, dove si incontrano la cultura islamica e africana, ancora piuttosto ostili alle relazioni gay.
Si fa notare anche un 53% di contrarietà in Corea del Sud, che pure è un Paese molto occidentale, e un 74% in Russia, da molto agli onori delle cronache per la visione dell’omosessualità.
In generale è evidente una relazione tra accettazione e reddito. I Paesi più benestanti sono quelli che guardano alle unioni gay con più favore, anche se tale correlazione non è totalmente lineare. Per esempio in USA, Israele e Sud Corea vi è meno accettazione, nonostante l’alto reddito, che nelle Filippine e in Argentina, Paesi più poveri.
Accettazione dell’omosessualità, il ruolo di istruzione e pratica religiosa
In alcuni Paesi quello che fa la differenza tra l’accettazione o meno dell’omosessualità è l’età, con i giovani che sono molto più propensi, e poi l’istruzione e la pratica religiosa.
In particolare coloro che hanno studiato di più appaiono più a favore delle unioni gay, con differenze tra le percentuali di accettazione tra chi ha studiato di più o di meno che arrivano al 30% in Grecia e Bulgaria, e al 25% in Brasile.
In Italia il gap è minore, del 16%. Anche tra chi ha un titolo di studio più basso il 72% pensa che in società l’omosessualità dovrebbe essere accettata.
Le differenze minori in Libano, dove il suo rifiuto è generalizzato, e in Australia, dove al contrario è l’accettazione a essere diffusa tra quasi tutti.
Un altro elemento di discrimine anche più importante è la pratica religiosa. In Israele, terra di grandi contrasti, la differenza nella visione delle relazioni omosessuali è di ben il 40% tra chi afferma che la religione è molto importante, tra cui solo il 22% è per una accettazione, e i laici, tra cui si sale al 62%.
Anche in questo caso l’Italia appare meno divisa. Il gap è solo del 18%, visto che anche tra i religiosi il 62% vede positivamente o comunque accetta l’omosessualità. Poche differenze, dell’8%, anche in un altro Paese cattolico, il Messico.
Queste sono più alte oltre che in Israele anche in Repubblica Ceca, Corea del Sud, Canada, USA, Slovacchia, insomma al di fuori dell’Europa Occidentale, dove invece paiono esserci meno contrasti tra le parti
Il sondaggio è stato realizzato nella primavera del 2019 faccia a faccia.
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