Redditometro 2020: sospeso o abolito? L’analisi della Corte dei Conti
Ma il redditometro che fine ha fatto? Se lo chiedono in molti, in primis la Corte dei Conti che ha contato gli accertamenti sintetici nel 2019.
Si parla spesso di lotta all’evasione fiscale e il governo ha adottato e sta adottando misure per ridurre l’evasione delle tasse da parte dei contribuenti. Tra gli strumenti messi in campo spunta anche il redditometro, che però sembra essere scomparso, per la gioia degli evasori fiscali. A rimetterci, allora, sono solo i piccoli evasori o i commercianti che si ritrovano a fronteggiare i nuovi obblighi relativi al Pos o ancora i contribuenti che davvero hanno un reddito basso ma che al tempo stesso sono altamente controllati. Il redditometro era pensato appositamente per scoprire tutti quegli evasori che dichiarano redditi molto bassi o quasi nulli e che in realtà vivono una vita di lussi. Peccato, però, che il fisco non lo utilizzi a dovere.
Che fine ha fatto il redditometro?
Stando alla deliberazione della Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato 2019, come riporta ItaliaOggi, sembra che nell’ultimo quinquennio i dati degli accertamenti sintetici emessi dall’Agenzia delle Entrate si siano assottigliati sempre di più. Infatti, nel solo 2019, sono stati emessi solamente 1.850 accertamenti sintetici. Considerando che nel 2012 gli accertamenti sintetici sono stati 37.000, risulta evidente come il numero evidenziato nel 2019 sia decisamente molto basso. Infatti è il dato più basso dal 1991, proprio l’anno in cui venne varato il redditometro come strumento anti-evasione.
Il redditometro è stato sospeso o abolito e nessuno lo ha detto? Non è noto saperlo, ma quel che è certo è che le entrate stimate dalle previsioni iniziali dovute all’utilizzo del redditometro, di conseguenza, vengono meno, con pensanti conseguenze sui conti pubblici. Inoltre, la Corte dei Conti sottolinea che 395 accertamenti effettuati nel 2019 (ovvero poco più di 1 su 5) ha comportato una maggiore imposta ricompresa tra 0 e 1.549 euro. Si tratta di cifre miserrime, non certo di quelle distanze siderali che si attende di vedere quando un soggetto dichiara molto poco e invece vive una vita immersa nel lusso. Tutto questo in attesa di una revisione del redditometro: se ne parla da un po’, ma ancora non è stato fatto nulla. Per la gioia dei grandi evasori.
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