Buoni fruttiferi postali: rimborso dopo sentenza, dove e cosa è successo
Una nuova vittoria per i risparmiatori titolari di buoni fruttiferi postali, con un rimborso legittimo ottenuto dopo una sentenza di legge. Dove è successo.
Ultime notizie sui buoni fruttiferi postali: risparmiatori contro Poste Italiane. La giurisprudenza si arricchisce di un nuovo precedente nei confronti dei primi soggetti. È notizia di cronaca recente, infatti, il rimborso legittimo ottenuto da un risparmiatore titolare di un buono risalente al 1989, che si era visto corrispondere un importo molto più basso rispetto a quello che effettivamente avrebbe dovuto avere. Il titolare del buono non si è dato per vinto e ha agito per vie legali, alfine spuntandola.
Buoni fruttiferi postali: rimborso dopo sentenza del Tribunale, il caso
Il soggetto in questione è un uomo di Belluno, proprietario di due buoni fruttiferi postali sottoscritti nel 1989. Siamo agli inizi del 2020, quando il risparmiatore decide di recarsi presso l’ufficio postale prima della scadenza del titolo. L’uomo è infatti il titolare di un buono cartaceo della Serie O datato 1982, ma fatto firmare nel 1989 con un timbro di aggiornamento sul retro della serie P e poi Q/P. Come spesso accaduto in questi casi, Poste Italiane gli ha riconosciuto un importo decisamente basso rispetto a quanto il proprietario pensava: 27 mila euro per titolo, ma in realtà avrebbe dovuto ricevere più del doppio per titolo, per l’esattezza 61.719,45 euro, quindi 123.438,90 euro complessivamente. Questo almeno traspariva dal timbro e dalla tabella apposta sul retro del buono. L’uomo si è pertanto deciso a vederci chiaro, contattando lo studio legale Righes e preferendo la via del Tribunale.
Il Tribunale di Belluno ha accolto l’istanza e risolto il caso in favore del risparmiatore: la decisione finale tramite sentenza è stata pronunciata a metà giugno. Il Tribunale di Belluno ha quindi imposto a Poste Italiane di pagare al risparmiatore l’intera somma dovuta, quindi 123.438,90 euro in totale. Potrebbe non essere finita qui, visto che Poste potrebbe ancora opporsi alla sentenza, ma nel frattempo si tratta di una nuova vittoria in favore dei risparmiatori e di un invito a tenere alta l’attenzione per tutti i titolari che hanno un buono risalente agli anni Ottanta-Novanta, ricordando però che ogni caso va trattato a sé.
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