Uzbekistan: l’eccidio di Andijan, un anniversario interessatamente dimenticato
[ad]Le reazioni internazionali successive furono ambigue. Se Russia e Cina, soprattutto la Russia timorosa di un cambiamento di regime come allora recentemente avvenuto in Kirghizistan, si affrettarono a sostenere le tesi di Karimov, gli atteggiamenti di Stati Uniti ed Unione Europea furono più complessi: ad una prima generica preoccupazione per la stabilità dell’area e per la presunta presenza di movimenti radicali islamici, seguirono poi sanzioni, a seguito del rifiuto uzbeko di istituire una commissione d’inchiesta, ed appelli al rispetto per i diritti umani della popolazione. Ma come rivelò al momento Human Right Watch tali sanzioni furono blande e non convinte, venendo in seguito progressivamente attenuate senza che nulla cambiasse nella politica di Karimov. I rapporti con gli USA con l’importante alleato peggiorarono al punto da abbandonare l’importante base di Karchi-Khanabad, non senza pressioni da parte dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (SCO), della quale l’Uzbekistan fa parte.
In conlusione l’anniversario di una strage emblematica, dove la lotta a presunte ingerenze esterne viene usata per la difesa del potere e dove la logica dell’interesse domina le relazioni internazionali, mentre a farne le spese è sempre la popolazione, da tali logiche sovente assai lontana…
di Pietro Acquistapace