Social TP: così i nostri lettori sul caso Regeni e le sanzioni all’Egitto
Social TP: i commenti dei lettori su Regeni e le sanzioni all’Egitto.Tra i contrari gli anti-anglosassoni e i realisti. I favorevoli chiedono giustizia
Torna il nostro appuntamento settimanale con la sentiment analysis dei commenti dei nostri lettori. La domanda social della settimana precedente è stata sul caso Regeni.
A seguito delle richieste avanzate dai familiari e dalle associazioni che chiedono verità e giustizia per Giulio Regeni, il Presidente della Camera Fico ha parlato apertamente di un “cazzotto in faccia all’Italia” da parte dell’Egitto, per cui lo Stato deve impegnarsi a dare “una risposta risoluta e veloce”, perché “la sua morte è una questione di Stato”.
Senza direttamente evocare una crisi diplomatica, le parole del Presidente sembrano alludere a una dura reazione da parte dell’Italia contro l’Egitto.
Abbiamo dunque chiesto ai nostri elettori se fossero d’accordo con il fatto che l’Italia reagisca duramente sul piano diplomatico per rendere giustizia sul caso Regeni.
Riportiamo, come consueto, i commenti così come sono, senza alcuna alterazione da parte del redattore, raggruppandoli e dividendoli per categorie. Da qui, abbiamo costruito delle tipologie che riflettono i diversi orientamenti dei lettori.
Ricordiamo che, trattandosi di una sentiment analysis social, non è stato eseguita alcuna profilazione campionaria, quindi questo “sondaggio” non ha alcun valore scientifico. Tuttavia, l’analisi può a buon titolo essere considerata una fotografia, uno spaccato delle opinioni diffuse almeno tra i nostri lettori, in grado pertanto di restituirci un contenuto, benché parziale, di verità.
Per quanto riguarda il rapporto tra favorevoli e contrari alla reazione diplomatica dell’Italia nei confronti dell’Egitto, il rapporto è circa quello di un testa a testa: prevalgono di poco i “favorevoli” con 486 voti a favore, contro i 439 contrari all’intervento diplomatico dell’Italia contro l’Egitto.
Caso Regeni: tra i contrari, spiccano gli anti-anglosassoni
Tra i contrari all’eventualità di una crisi diplomatica, il gruppo più consistente è quello di chi ritiene necessario che l’Italia debba ricercare giustizia sul caso Regeni, ma non è nei confronti dell’Egitto che deve applicare eventuali sanzioni, bensì nei confronti dell’Inghilterra, ritenuta la vera responsabile dell’affaire dell’omicidio Regeni. Un lettore scrive:”la famiglia vada a chiedere giustizia in una certa università inglese….”, mentre un altro rilancia: “Massimo rispetto per la famiglia e dura condanna per quello che è successo….ma Io vorrei conoscere quello che ha da dire la professoressa Universitaria per cui lavorava Regeni….”.
La polemica contro Londra monta a spirale, commento dopo commento: “I responsabili vanno cercati in Inghilterra”; “Chiedete spiegazioni al Servizio Segreto di Sua Maestà, che ne sa più di noi tutti….basta con le barzellette: QUALCUNO a Londra sa e tace…”.
Non mancano, poi, coloro che trovano nel caso Regeni un pretesto per contestare la maggioranza e le istituzioni: “Fico ed i suoi lacché possono, al massimo, reagire duramente ad un torneo di Burraco al circoletto sotto casa(ed anche lì non sarebbe certo che se la cavino appena decentemente).Prima di rivolgervi ad Al-Sisi, chiedete agli amici inglesi.?”.
C’è anche chi subordina la ricerca di verità e giustizia sul caso Regeni alla “guerra diplomatica” contro il Regno Unito, per cui l’Italia “deve reagire durante contro LA GRAN BRETAGNA”.
Regeni viene definito, di volta in volta, una “spia dei servizi segreti britannici”, un “ingenuo”, un “pivello usato dagli Inglesi”. “Da che mondo e mondo, nessuno riconosce le spie catturate. – aggiunge un lettore – Se ci mettiamo a rompere le palle agli egiziani e questi si dovessero stufare dicendo al mondo la verità, scoppierebbe un problema diplomatico con l’Inghilterra”.Un altro insinua il dubbio che Regeni fosse manovrato dai servizi inglesi: “sussistono molti dubbi sul reale ruolo di regeni la sua prof inglese era una feroce oppositrice del regime egiziano e non si fa interrogare”.
Ancor più duri contro Regeni alcuni commenti che tendono ad avallare il frame “se l’è cercata”, dipingendo Regeni come un “ingenuo” (“dispiace per la giovane vita spezzata, ma non si può andare in paesi a rischio pensando di salvare il mondo e sperando che vada tutto bene…”; “Per quale motivo? È da incoscienti andare a fare una sorta di “agente segreto” senza alcuna preparazione in un paese dove non usano i guanti di velluto“), un ragazzo coinvolto in intrighi internazionali più grandi di lui (“Purtroppo il povero Regeni è passato come una spia al soldo dei servizi segreti inglesi e da tale ci ha lasciato le penne”), quando non una vera e propria spia (“No. Perché era una spia”; “Gli piaceva fare lo 007 denoantri?”; “Sono morte tre persone in Messico probabilmente sequestrate dalla polizia, ma erano truffatori napoletani quindi accusiamo il colpo….succede una cosa simile in Egitto e dovrebbe creare un caso internazionale, ma per quale motivo? Allora prima si dica che panni vestiva il poveretto!!! Forse spionaggio? E per conto di quale paese? No perché in tal caso sarebbe un rischio insito del lavoro stesso”).
C’è anche chi non riconosce dignità alla lotta dei familiari per conoscere la verità su quanto accaduto e richiedere giustizia, subordinando questa richiesta agli interessi dell’Italia: “è ora di finirla di perdere tempo dietro a questa storia! – sbotta un lettore – I Regeni hanno stancato! Il nostro Governo ha problemi ben più importanti da affrontare e risolvere. Non se ne può più! Anche la non riapertura al turismo verso l’Egitto dipende sicuramente da questi, ormai l’Italia e gli italiani sono sotto il regime Regeni! E basta su!!!!”.
“Il rapporto tra Italia ed Egitto non può essere compromesso”: i realisti contrari
Tra i contrari, l’altro gruppo consistente è quello dei realisti. Una tipologia, questa, riconducibile ai contrari per ragioni geo-politiche e di salvaguardia dell’interesse nazionale sul medio-oriente e sull’Egitto in particolare. Un lettore accusa velatamente di ottusità la maggioranza: “la verità su Giulio Regeni è molto chiara, sarebbe stuPDssimo inimicarsi l’Egitto, che è un player fondamentale nella crisi libica…”, mentre un altro allude alla necessità di far pressioni sull’Inghilterra: “No, il rapporto tra due paesi, non può essere messo in discussione, per quanto è successo al ragazzo. Come ha detto anche qualcun altro, bisognerebbe chiedere ad un altro stato, info su quanto sia successo”.
Un altro avanza una proposta e anch’egli ritiene vada approfondita la questione dei rapporti con l’Università di Cambridge dove Giulio Regeni stava conseguendo un dottorato di ricerca: “Cerchiamo di ottenere ottimi contratti con l’Egitto proprio per questa torbida storia. In questo modo non sarà morto invano. E poi chiediamo anche informazioni a Cambridge e al Manifesto, giornale per cui lavorava, che non sembrano l’abbiano tutelato e messo in sicurezza”.
Altri ancora alludono a precisi interessi strategici nazionali: “Non possiamo perdere commesse milionarie…l Italia non può permetterselo, inoltre rinunciare ad accordi commerciali con l Egitto non riporterà in vita Regeni”; “Non possiamo creare una crisi diplomatica…ne và della nostra economia…Spero che la verità venga raggiunta attraverso altri mezzi”; “Ma sì dai, mandiamo in malora un altro pezzetto di influenza geopolitica, Francia e Turchia ringraziano”;“la ragion di stato e i rapporti diplomatici con l’Egitto sono incomparabilmente più importanti della vita di Giulio Regeni”; “l’eni ha appena scoperto un giacimento di gas nel mare egiziano, che facciamo lo lasciamo alla total e non gli vendiamo neanche le navi???”.
C’è chi, senza mezzi termini, accusa velatamente Regeni di essere un idealista, per cui il suo operato è da respingere nel nome del conseguimento di interessi economici e commerciali: “No…deve vendere le navi e prendersi i 9 miliardi….abbiamo bisogno di soldi non di stupidi ideali”. Un altro lettore chiede retoricamente cosa significhi “reagire duramente”: “Rititare l’ambasciatore non serve a un cazzo, lo abbiamo già fatto. Dunque? Sospendere ogni commercio con il Cairo? Portare la Garibaldi al largo di Alessandria? Sospendere il permesso di soggiorno ai cittadini egiziani nel territorio nazionale?”.
Caso Regeni, favorevoli alla reazione dell’Italia: in molti chiedono giustizia
In molti si rivolgono all’Egitto per chiedere giustizia e verità sul caso Regeni. Alcuni di questi lettori si schierano contro il governo e le istituzioni per il modo in cui ha gestito finora la trattativa diplomatica con le autorità egiziane. Ad esempio un lettore ritiene che l’Italia “doveva schierarsi coi familiari invece di vendere 2 navi militari alla Egitto…l hanno torturato per gg una morte atroce…perché non siano mai decisi con chi lede i diritti umani…?”, mentre un altro ironizza: “Ritiriamo subito i nostri ambasciatori che si trovano in Egitto. Ah già, gli vendiamo le armi e i nostri politici si mettono a pecora per due soldi!!”.
Altri commenti non accusano esplicitamente le autorità italiane, ma lamentano un’assenza di autorevolezza da parte dell’Italia nello scacchiere internazionale: “Non ne so nulla della vicenda, ma a prescindere dalle colpe o dalle cause, l’Italia da anni è un zimbello politico internazionale. Perché oggi dovrebbe essere diverso? Ditemi una cosa….se fosse stato un ragazzo americano o russo….l’Egitto si sarebbe comportato in egual misura? Dubito….”; “L’Italia può solo fare da Zerbino, o sennò pagare sottobanco, x il resto è diventata una nullità”; “Italia republica delle banane hahahahaha che ridere. Negli occhi rivedo di Maio che scende dall’aeroporto dritto come un fuso lo sguardo spento e la sua cartellina color ?, gli egiziani sai quante spernacchiate gli avranno fatto “.
Parimenti, non mancano coloro che, invece, difendono l’operato del governo e delle istituzioni italiani sul caso Regeni: “Se un ricercatore di nazionalità inglese fosse stato ammazzato in Egitto mentre era lì per conto di una università italiana, l’Inghilterra ci avrebbe fatto vedere i sorci verdi. Giustamente, anche. Invece in questo Paese la sempre provvida opinione pubblica (insieme a chi consiglia male la famiglia Regeni) ha immediatamente trovato il suo bersaglio polemico nel governo italiano, perché ogni cosa -anche la più atroce- deve essere strumentalizzata. Che vergogna”.
Un altro propone una soluzione da “realpolitik” contro l’Egitto: “Purtroppo in Egitto quello che hanno fatto a Regeni è prassi comune, e non gli faremo cambiare le abitudini noi, è certo però che il cazzotto in faccia all’Italia non va tollerato, cerchino qualche capro espiatorio di un certo valore e ce lo consegnino, non credo che si possa pretendere di più! La Real politica ormai ha un peso enorme”.
Un altro lettore ancora, anziché una reazione diplomatica forte da parte dell’Italia, propende per una campagna d’opinione tesa a delegittimare le autorità egiziane: ” Basta che i familiari del povero Regeni facciano come quelli di Cucchi: rendano pubbliche le foto del corpo martoriato del ricercatore deceduto in egitto. L’opinione pubblica farà il resto”.
Una lettrice cerca di attirare l’attenzione di chi ha votato “no” alla nostra domanda sulla necessità di una dura reazione diplomatica dell’Italia contro l’Egitto: “Ma quelli che mettono NO pensano quindi che non sia necessario punire gli assassini e che l’omicidio è la tortura siano leciti? Sostituite il nome di Giulio con quello di vostro figlio, nipote, marito, zio… poi vediamo se la pensate ancora così”.
Si registrano, inoltre, una sequela di commenti contro l’Egitto: “la verità temo non si saprà mai…L’Egitto non è la sola nazione coinvolta…”; “Bisogna abbattere le loro piramidi!”; “Devono dare assolutamente conto di quello che è successo e cmq è un regime militare ed è ora di cambiare atteggiamento con sti signori!”. C’è anche chi ne fa una questione di scontro di civiltà per dirla con Huntington: “Si…con gli islamici non si tratta alla occidentale…vale la legge del più forte e del più furbo”.
Fuori dl coro un commento “analitico” che ricostruisce la vicenda e propone una collaborazione con l’Inghilterra per”raggiungere la verità” sul caso Regeni: “Regeni si recò in Egitto per conto di una prestigiosa Università inglese e come traspare da alcune mail pubblicate in passato sembrava molto perplesso per il grado di protezione che gli veniva offerta dalla sua prof. Credo che comunque Cambridge abbia molti più strumenti dell’Italia per ottenere informazioni sulla sua tragica fine, dovremmo seguire vie traverse e spero che la famiglia Regeni raggiunga la verità”.
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