Lavori e regioni più a rischio per coronavirus: lo studio sui contagi

Quali sono i lavori (e in quali regioni) più a rischio a causa della pandemia del nuovo coronavirus? Ecco cosa rivela uno studio.

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Lavori e regioni più a rischio per coronavirus: lo studio sui contagi

Il coronavirus è ancora in circolazione e si registra ancora la paura di una nuova seconda ondata, che però potrebbe arrivare in autunno. Si sposta anche la bilancia dei timori, visto che ora chi è più esposto si trova al meridione, e non più al Nord Italia. Questo è perlomeno il risultato di uno studio elaborato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che ha ridisegnato la mappa del rischio sul territorio italiano focalizzandosi sui soggetti, i lavori e la zona geografica maggiormente esposti al rischio di contrarre il virus.

Lavori a rischio: i parametri

Quali sono i posti di lavoro attualmente più a rischio a causa del Coronavirus? Come è facile intuire, tali posti sono quelli in cui il rischio del contatto con il pubblico (e con un certo numero di persone) è maggiore. Stiamo parlando di bar, ristoranti, ma anche ospedali e aziende. I parametri con cui la Fondazione ha stabilito il livello di rischio nei posti di lavoro riguardano prevalentemente cinque fattori:

Coronavirus: le professioni più a rischio

La Fondazione ha stilato dunque una classifica dei lavori più a rischio contagio da coronavirus, che elenchiamo di seguito:

Stando ai profili professionali sopra elencati, risulta che donne e giovani sono al momento i soggetti più esposti al rischio di contrarre il virus. Il 44% delle posizioni soprastanti è infatti ricoperto da donne (contro il 16,4% rappresentato dagli uomini), e al tempo stesso il 35,1% ha meno di 35 anni.

Rischio coronavirus: in quali regioni

Infine la collocazione geografica: il livello di rischio sembra essere più alto al Sud che al Nord, secondo lo studio. Ma anche qui va raffrontata l’occupazione con la ripartizione geografica: il 31,3% delle persone occupate che si trovano esposte al rischio si trovano al Sud, contro il 26,5% che si trova al Nord. Letteralmente al Centro il 28,5% degli occupati.

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