Macedonia: i neonazisti greci la rivogliono, intanto continuano i problemi con la minoranza albanese
[ad]Dal giorno dell’omicidio, nella capitale e in altri centri periferici della Macedonia è stato un susseguirsi di manifestazioni. L’ultima è avvenuta lo scorso venerdì e ha visto più di 10000 macedoni albanesi sfilare lungo le strade della capitale; secondo la polizia macedone sono stati evitati danni importanti durante la manifestazione, ma gli albanesi hanno continuato a reclamare maggiore rispetto per la loro comunità, appellandosi anche all’Ue e all’Osce e richiedendo un’apposita commissione d’inchiesta a Skopje composta da esperti provenienti da stati indipendenti per fare luce sui reali responsabili dell’omicidio. Sempre a Skopje un gruppo di cittadini macedoni ha organizzato una contro-manifestazione per contrastare quella avvenuta il giorno precedente: il gruppo di manifestanti superava appena le cento unità e inneggiava sotto al palazzo del governo con slogan razzisti e violenti.
Non sarà soltanto l’eterno alterco sul nome con i vicini greci a far “riflettere” ancora l’Europa sull’ingresso della Macedonia nell’Unione. Gli scontri interetnici degli ultimi giorni hanno evidenziato quei limiti su cui l’Ue non intende soprassedere: dalla libertà di espressione a problemi strettamente tecnici riguardanti la pubblica amministrazione, l’ingresso della Macedonia nell’unione è ancora in bilico. Strano il via vai virtuale che sembra essere in atto nell’Unione di stati del vecchio continente: mentre alcuni dei paesi membri sono sempre più tentati dall’uscirne definitivamente, altri continuano tra road map e tavoli di trattative, a far “la fila” per ottenere lo status di candidati.
di Valentina Di Cesare