Pensioni ultime notizie: l’ultimo intervento del noto esperto di previdenza Giuliano Cazzola si concentra sui possibili scenari di riforma della flessibilità dell’età in uscita.
Pensioni ultime notizie: “Quota 100 non si tocca”
Licenziato dal governo il Pnr, il Piano Nazionale delle Riforme: sul fronte pensioni l’attuale esecutivo si muove in continuità con quello precedente. In sostanza, Quota 100 non si tocca: la norma sarà condotta alla sua naturale scadenza – 31 dicembre 2021 – per poi fare posto alla valutazione di “scelte in materia alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico garantendo al contempo il rispetto per l’equità intergenerazionale e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica” recita il testo. A tal proposito Cazzola rileva che “Prima della pandemia era fallita la “mission” di sostituire i pensionati “quotisti” con nuovi assunti (meglio se giovani); ora che la norma può funzionare da ammortizzatore sociale diventa velleitario rimetterla in discussione”.
La questione della flessibilità dell’età in uscita
Pensioni ultime notizie – il nodo Quota 100 è strettamente legato a quello della flessibilità dell’età in uscita; chiamando in causa un recente report della Corte dei Conti, Cazzola sottolinea che “col passare del tempo, risulterà sempre più evidente la differenza di trattamento tra coloro che hanno iniziato a lavorare agli inizi del 1996 (e quindi in regime totalmente contributivo) e coloro che hanno iniziato solo poco tempo prima (a cui il nuovo regime si applica in parte in forma mista), con i primi che potranno lasciare il lavoro a 64 anni e i secondi che dovranno aspettare ulteriori tre anni (67 anni), si potrebbe esaminare – propone la Corte dei Conti – l’ipotesi di rendere flessibile l’età di uscita prevedendo però la decurtazione della componente retributiva dell’assegno in modo da garantire la sostenibilità economica della scelta (senza creazione di debito pensionistico implicito)”.
Tenendo presente che Quota 100 arrivando a scadenza innescherà un effetto “scalone” che porterà l’età di uscita da 62 a 67 anni, precisa sempre Cazzola, “la menzionata flessibilizzazione potrebbe essere accordata dentro uno schema che vada gradualmente ad uniformarsi ai 64 anni previsti per l’uscita degli assicurati in regime totalmente contributivo (per esempio si potrebbe mantenere fino al 2023 l’età di 62 anni, nel successivo biennio salire a 63 anni ed infine, a partire dal 2026 arrivare a 64). Naturalmente da quel momento in poi i requisiti dovrebbero essere tutti indicizzati alla speranza di vita e diventare più stringenti al crescere di essa”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it