Polonia, ci si aspettava un ballottaggio sul filo del rasoio, un testa a testa, una lotta all’ultimo voto, e così è stato. Domenica 12 luglio 2020 si è svolto il secondo turno delle elezioni del Presidente della Repubblica di Polonia, rappresentante della politica estera, garante dell’ordine costituzionale e dotato di un certo potere di veto.
Affluenza record, vicina al 70%
Nonostante la pandemia di COVID-19 – con un numero di nuovi contagiati maggiore rispetto all’Italia e con l’obbligo di mascherina per chi avesse scelto di votare personalmente, anziché per corrispondenza – l’affluenza segna un nuovo record: 68,18%, in attesa di conferme ufficiali. È ulteriormente in crescita rispetto al 64,5% raggiunto due settimane fa e superato solamente dalle presidenziali del 1995, quando votò il 64,70% al primo turno e il 68,23% al ballottaggio. Nei termini assoluti, questa volta è record, con 20 milioni di voti validi.
Duda al 51,03%
La commissione elettorale nazionale ha fornito i risultati definitivi: il presidente uscente Andrzej Duda l’ha spuntata con il 51,03% dei voti validi, pari a 10.440.648 preferenze, aumentando di poco il divario rispetto ai dati dell’exit poll (50,4%) e del late poll (50,8%) giunti nella serata elettorale.
Polonia, anche i sondaggi presagivano il pareggio
Dei 26 sondaggi effettuati nelle due settimane tra il primo e il secondo turno, 14 vedevano prevalere Duda e 12 il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, con una media del 48% del primo contro il 47% dello sfidante e un 5% di indecisi. Escludendo questa quota, si arrivava dunque a un 50,5% per Duda e un 40,5% per Trzaskowski, proprio come i risultati degli exit poll. Rimandiamo a questo nostro articolo per un profilo dei candidati. Duda aveva subito proposto all’avversario una stretta di mano presso il palazzo presidenziale per porre fine alla campagna elettorale; Trzaskowski ha apprezzato il gesto, preferendo però rimandarlo a un secondo momento. Nel frattempo il presidente eletto si è recato al santuario mariano di Jasna Góra, dove si trova l’icona della Madonna Nera veneratissima dai polacchi, per partecipare alla preghiera serale quotidiana. Ha ricevuto le congratulazioni degli “amici” Donald Trump e Boris Johnson, ma dalle opposizioni c’è chi ha contestato il risultato. Si attendono sviluppi.
Che ci fosse una sostanziale parità emergeva anche dai dati di due settimane fa. Se infatti al primo turno Duda – riconducibile a partito di destra sociale PiS al governo in Polonia – si piazzava primo con il 43,5%, il candidato popolare/liberale Trzaskowski (30,5%) sapeva di poter contare sull’appoggio più o meno esplicito di altri candidati di opposizione come l’indipendente presentatore televisivo Szymon Hołownia (13,9%), il ruralista Władysław Kosiniak-Kamysz (2,4%) e l’attivista gay di centrosinistra Robert Biedroń (2,2%).
L’elettorato del nazionalista Bosak è diviso: c’è chi ha votato Trzaskowski in funzione antisistema
Sebbene alla vigilia delle elezioni ci si aspettasse un risultato migliore per questi ultimi due, in totale Trzaskowski insisteva su un bacino di 9,5 milioni potenziali elettori, mentre Duda sarebbe partito con un milione in meno. Il leader della destra radicale polacca Krzysztof Bosak aveva in serbo 1,3 milioni di voti, in larga parte di giovani stufi del duopolio PiS-PO, partiti di riferimento dei due sfidanti al ballottaggio. Duda, considerato comunemente euroscettico, secondo gli elettori nazionalisti di Bosak non lo sarebbe stato abbastanza, troppo connivente con le istituzioni europee che in fondo non ha mai voluto lasciare, poco determinato sui temi bioetici, troppo assistenzialista in ambito economico e paternalista a livello sociale. Per conquistare questa fetta, Duda ha scelto anche di rinunciare all’obbligo vaccinale per il covid-19 e ha rincarato la dose contro alcune testate giornalistiche di proprietà tedesca accusate di ingerenze straniere.
Dal canto suo, Trzaskowski ha puntato molto sullo stato di diritto, sulla possibilità di dare voce alle minoranze e alle opposizioni (compresa quella nazionalista di Bosak) per così ostacolare il monocolore attualmente al governo, che esclude la destra più radicale. Anche in campo economico le ricette di Trzaskowski paiono maggiormente liberiste, cosa di gradimento all’elettorato nazionalista; ma per gli elettori di quest’area l’attivismo europeista e soprattutto pro-LGBT che il sindaco di Varsavia non ha mai nascosto resta piuttosto indigesto. Nonostante ciò, il pragmatismo di alcuni elettori di Bosak – per il quale la cosa più importante era fermare la rielezione di Duda – si è orientato verso Trzaskowski; secondo l’indagine Pollster, sarebbero stati 4 su 10. Secondo invece gli exit poll ISPOS tra gli elettori di Bosak che al secondo turno hanno espresso voti validi la spaccatura sarebbe stata del 48,5% per Trzaskowski a fronte di un 51,5% a favore di Duda.
Duda conferma le roccaforti, ma stavolta non convince i giovani della Polonia
Sempre secondo l’exit poll, Duda avrebbe prevalso nelle classi d’età superiori ai 50 anni e con istruzione medio-bassa, mentre Traskowski in quelle più giovani e istruite.
A dati ufficiali, nei comuni rurali sotto i 5000 abitanti il presidente uscente ha il 66,75%, mentre le situazioni si ribaltano per la popolazione delle grandi città, dove è l’esponente europeista a conquistare i due terzi dei voti. Mediamente Duda regge nei paesi sino ai 20.000 abitanti, dove vive la metà della popolazione polacca, mentre al crescere della popolazione urbana prevale progressivamente Trzaskowski. Si tratta della nota divisione tra la “Polonia A”, motore economico che sotto la dominazione prussiana ebbe una forte industrializzazione e ora gravita nell’orbita dell’economia tedesca, e la “Polonia B” rurale, storicamente invasa dall’impero austro-ungarico e da quello russo, che tiene maggiormente ai sussidi per le famiglie e per lo sviluppo delle campagne. Queste zone che hanno scelto Duda sono preoccupate più per le diseguaglianze economiche e per la crisi dei valori tradizionali che non per i diritti delle minoranze o per i problemi dell’inquinamento, sentiti invece in città. Complessivamente Trzaskowski prevale in 10 voivodati su 16, inclusa la Masovia grazie al forte sostegno della capitale Varsavia, ma con un margine di distacco minore rispetto al fortissimo consenso per Duda nelle zone sud-orientali.
Il 74,12% del mezzo milione di elettori polacchi all’estero ha preferito Trzaskowski; Duda ha vinto però in Kazakistan (73%), Ucraina (53%), Bielorussia (51%) e soprattutto negli USA (55%) e in Canada (60%). I polacchi in Italia hanno scelto Trzaskowski nel 71% dei casi, con 3807 voti contro i 1567 per Duda; cinque anni fa l’esponente della destra sociale aveva prevalso con 1697 voti su circa 3000 voti totali, molti in meno rispetto a quest’anno in cui il voto era agevolato dalla possibilità per corrispondenza. Persino nel seggio di “Roma 1” dove al primo turno era in testa l’uscente, ora è Trzaskowski ad aver ottenuto il 60% dei voti. Presso il seggio di Milano, dove votano i polacchi residenti nel Nord Italia, il dato è plebiscitario: 1690 voti per il sindaco di Varsavia (82%).
Infine ricordiamo che cinque anni fa la partita si era conclusa con una netta spaccatura tra il 51,6% che aveva eletto Duda (8.630.627 voti per la precisione) contro Komorowski, che si presentava allora come uscente per il partito centrista liberale Platforma Obywatelska (48,4%, pari a 8.112.311 voti). In quell’occasione Duda era riuscito ad avere la maggioranza dei consensi in modo trasversale, in tutte le fasce d’età. La spaccatura però tra le regioni è analoga; si confronti la mappa elettorale qui sopra con quella del 2015, riportata di seguito:
Qualche irregolarità è stata segnalata: a Zakopane e in altre località turistiche alcuni seggi hanno dovuto chiedere ulteriori schede elettorali, essendo andate esaurite; a Słupia Konecka un cittadino ucraino 46enne con un tasso alcolico del 3 per mille ha minacciato di innescare una bomba nei seggi, mentre a Godłap a essere sotto effetto dell’alcool è stato trovato un membro della commissione elettorale. Licenziato, come quest’ultimo, un presidente di seggio che a Stettino si è recato al lavoro in un’automobile con materiale propagandistico per uno dei candidati. Quando i risultati sono così vicini, non è da escludersi che si possa cercare anche nei disguidi come questi un appiglio per contestarne l’esito.