Elezioni Polonia 2020: alla fine il ballottaggio ha incoronato Andrzej Duda; il presidente uscente ha sconfitto Rafal Trzaskowski con più del 50% dei voti, conquistando così un nuovo mandato.
Elezioni Polonia: vince Duda con più del 50%
Elezioni Polonia 2020: il ballottaggio di ieri, domenica 12 luglio, alla fine ha premiato il Presidente uscente Duda che ha ottenuto un nuovo mandato grazie ad oltre il 50% dei voti incassati. Dal canto suo, lo sfidante Rafal Trzaskowski non è riuscito a raggiungere per poco il 49% dei voti. Una vittoria “stretta” per Duda ma comunque significativa nella tornata che per molti esperti rappresentava un referendum sulla “visione” che i polacchi hanno del loro paese.
Quella più sovranista, per farla breve, di Duda e quella, invece, decisamente più europeista e liberale rappresentata dal sindaco di Varsavia Trzaskowski. Un’impressione che sembra confermata anche dalla partecipazione degli elettori: si è recato alle urne più del 68% degli aventi diritto, una percentuale che non si vedeva dal 1989, cioè dalle prime votazioni del paese dopo il periodo comunista.
Un referendum sulla “visione” del paese
Elezioni Polonia 2020: Duda, Presidente sin dal 2015, pur formalmente “indipendente”, è di fatto legato al PiS (Diritto e Giustizia), partito di centrodestra che ha la maggioranza al Parlamento polacco da ormai 5 anni. Trzaskowski, invece, è esponente di spicco di Piattaforma Civica, formazione sempre di centrodestra ma decisamente più europeista e liberale, soprattutto, per quanto riguarda le tematiche relative ai diritti civili che sono tradizionalmente al centro del dibattito politico del paese.
Ora, il Presidente polacco ha dei poteri molto simili a quelli del Capo dello Stato Italiano: insomma, non esercita il potere esecutivo, dato che la Polonia è una repubblica parlamentare, ma per esempio può bloccare l’iter di leggi che vanno in contrasto con i principi costituzionali. La riconferma di Duda, quindi, darà continuità alle scelte “conservatrici” del PiS, sottolineano gli esperti, emanazione in particolare dell’elettorato più anziano, a basso reddito, rurale e cattolico (probabilmente tuttora quello maggioritario nel paese).
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