Pensioni ultime notizie: continua la discussione attorno alla riforma generale del sistema pensionistico. I sindacati, che avevano avviato un confronto costruttivo con il governo prima dell’emergenza sanitaria, auspicano di tornare al tavolo delle trattative quanto prima. Intanto i sindacati dei pensionati (Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil) hanno inoltrato una lettera nei confronti del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo chiedendo la riapertura delle discussioni, sperando in un taglio delle tasse ai pensionati e ai lavoratori dipendenti.
Serve flessibilità in uscita
Quota 100 è la misura che sembra ben rappresentare un quadro generale che indica la fascia che necessita più di una soluzione flessibile in uscita. Ne ha parlato la sottosegretaria del MEF Maria Cecilia Guerra (PD), per la quale “un terzo di chi ha fatto domanda per Quota 100 erano persone con reddito da 0 a 13 mila euro e di questo terzo, più del 50% aveva reddito zero, cioè erano disoccupati”. Alla luce di ciò, “Quota 100 è un esempio del fatto che abbiamo bisogno di flessibilità ma è una scelta diventata una scelta necessitata di persone del tipo esodato, che non avevano possibilità di raggiungere l’età pensionabile normale, visto che erano senza occupazione e quindi senza reddito sufficiente per sostenerla”. Queste le sue parole dichiarate in occasione di un webinar organizzato dall’Inps. Quota 100 sembra dunque essere stato il tipo di risposta che ha posto i riflettori su alcuni problemi, ma non certo su quello del lavoro.
Pensioni ultime notizie: rapporto pensionati-lavoratori è 1,47
Il presidente Inps Pasquale Tridico ha citato invece il rapporto tra numero di lavoratori e numero di pensionati: i primi non superano i secondi (come abbiamo scritto anche in questo articolo) ma certo è che se ci sono 16 milioni di pensionati e 23,4 milioni di lavoratori, il rapporto è di 1,47 e “la soglia di sicurezza per la letteratura è 1,5 come rapporto”. Tridico ha poi garantito la “sostenibilità finanziaria”, ma non si è detto certo della “sostenibilità sociale”, definendo il sistema pensionistico attuale un sistema rigido, “perché legato a coefficienti dell’aspettativa di vita che non sono individuali”.
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