E’ sorto un sole nero sulla Grecia, si chiama Alba Dorata, in greco Chrysi Avgi, il cui simbolo è un meandro nero su sfondo rosso, molti ci vedono una svastica, altri un rigurgito del passato, ma il 7% dei greci alle ultime elezioni ha visto in loro qualcosa di più e li ha votati: hanno conquistato 21 seggi in Parlamento e continuano ad essere sottovalutati dalle altre formazioni politiche, tanto che ad oggi né Samaras di Nea Dimokratia, né tanto meno il leader di Syriza, Alexis Tsipras li hanno interpellati durante le consultazioni per la costituzione di un nuovo governo. Forse, ma sono voci, lo sta facendo in queste ore il Pasok.
foto: IbTimes
“State attenti, stiamo arrivando. Continueremo la nostra lotta dentro e fuori dal Parlamento”: queste le prime parole di Nikolaos Michaloliakos leader di Alba Dorata, e poche ore dopo, nella prima conferenza stampa ha subito chiarito il loro programma politico: “Minare le frontiere per impedire l’accesso agli immigrati, espellere e incarcerare gli stranieri già approdati in Grecia, introdurre la pena di morte per lo spaccio di droga, vietare per legge i sindacati, applicare i diritti legati alla cittadinanza ai soli greci e i loro diretti discendenti, uscire dall’euro, nazionalizzare le banche e le risorse naturali”.
[ad]Sono i neonazisti greci, ma rifiutano questa etichetta e si dichiarano nazionalisti. “La Grecia ai greci” grida Themis Skordelli, da molti considerata l’eminenza grigia che sta dietro ad Alba Dorata, implicata per concorso in omicidio e che dirige, di fatto, molti pogrom anti-immigrati nella zona di Agios Panteleimon e nell’Attica.
Nelle aree più colpite dalla crisi del centro della Grecia e nei quartieri popolari di Atene, come quello in cui hanno la sede in un appartamento fatiscente, dove maggiore è la presenza di immigrati hanno raggiunto anche il 20%. Il punto di forza del partito è la “pulizia” della Grecia dagli stranieri “Solo chi è ariano di sangue e greco di discendenza può essere un membro candidato”. È questo quanto si legge sul loro manifesto.
In Grecia però il problema degli stranieri è molto sentito, anzi è reale, il 90% dei clandestini diretti in Europa passa dalla penisola Ellenica, per quanto riguarda i regolari entrano 300 immigrati al giorno, che in base al Regolamento Dublino II dell’Unione Europea sono obbligati a chiedere asilo politico, in uno Stato che non ha né la voglia né le possibilità di accettare neppure un ventesimo delle domande presentate.
La “xenofobia ellenica”, fenomeno tra l’altro estremamente recente, è stata ampiamente sfruttata da tutte le formazioni politiche in campagna elettorale, si vedano in proposito l’apertura di trenta campi militari di “assistenza” agli immigrati, uno a pochi chilometri da Atene, i rastrellamenti di venditori ambulanti e quelli di prostitute straniere malate di H.I.V. durante i mesi di marzo e aprile.
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Ma come ha fatto un movimento che alle elezioni del 2009 ha faticato ad arrivare allo 0,23% a compiere un tale balzo ed entrare in parlamento?
Si avvalgono di numerosi militanti, che ogni giorno distribuiscono migliaia di volantini per le strade dell’Attica, inoltre sembra ricevano un forte sostegno da parte di esponenti della Giunta, la dittatura dei Colonnelli che governò il paese tra il ’67 e il ’74. Non è un mistero infatti che nel 1984 Nikolaos Michaloliakos, leader di Alba Dorata, sia stato innalzato ai vertici del partito di estrema destra Ethniki Politiki Enosis (Unione Politica Nazionale), dal quale Alba Dorata oggi trae le basi e il programma, per ordine diretto di Georgios Papadopoulos, promotore del colpo di stato e capo proprio del Regime dei Colonnelli.
[ad]Nel 1998 i quotidiani Eleftherotypia e Ta Nea denunciarono addirittura legami tra Alba Dorata e le forze armate greche oltre a quelle di polizia.
A oggi comunque non si può sapere quale ulteriore risultato potrebbero ottenere in caso si debba ricorrere nuovamente alle urne nel breve periodo, ma una cosa ormai risulta chiara a tutti, i partiti di estrema destra Alba Dorata 7% (21 seggi), i Greci Indipendenti 10,6% (33 seggi), Laos 2,8% al momento extraparlamentare, ma lo sbarramento è solo al 3%, sono una pesante realtà con la quale le altre forze politiche si dovranno confrontare prima o poi, per non commettere lo stesso errore dei decenni passati, facendo finta che non ci fossero problemi e che le cose si sarebbero messe a posto da sole.
Da EastJournal
di Marco Marchionni