Chi rischia di più col coronavirus: fumatori, obesi e tutte le patologie
Dopo diversi mesi alle prese con la pandemia di coronavirus è possibile delineare un quadro sui soggetti più colpiti: dai fumatori alle persone obese.
Dopo mesi di coronavirus gli esperti stanno cercando di delineare uno scenario per individuare i bersagli preferiti dal virus. L’obiettivo è quello di prevenire e mettere al sicuro i soggetti più a rischio da eventuali nuove ondate. Stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono stati elaborati degli schemi nei quali si sono potuti avere dei riscontri legati alle vittime del virus e alle patologie che rendono più vulnerabili e fragili le persone. Secondo il presidente della Società italiana medicina generale e delle cure primarie Claudio Cricelli, come riporta Il Mattino, “uno degli elementi di protezione nel futuro consiste nell’impedire che le persone con uno o più fattori di rischio vengano esposti al contagio”. Perciò va prevista una protezione per le categorie più fragili e tra questi spuntano gli ipertesi, i cardiopatici e i pazienti immunodepressi. Inoltre “la mancata aderenza terapeutica è un elemento che aggrava i fattori di rischio”, afferma Cricelli.
Coronavirus e ipertesi: i dati
Stando alle informazioni trasmesse dall’Istituto superiore di sanità, fino a una settimana fa, il 66,2% delle patologie individuate segnava l’ipertensione. Anche stando a un’analisi elaborata dai Centers for Desease Control and Prevention, le malattie cardiovascolari sono state individuate come uno dei maggiori fattori di rischio, esaminando le cartelle cliniche di oltre 1,3 milioni di casi positivi negli States. Dati alla mano, “in Italia, dove più o meno il 25-28% della popolazione soffre di ipertensione arteriosa, tra tutti i pazienti che si sono ammalati in modo grave di Covid la maggior parte aveva questo problema”, sottolinea Cricelli.
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Coronavirus e fumatori: le informazioni da sapere
Sul fumo c’è stata un’informazione un po’ contraddittoria: tra le cause di maggior rischio, visto il coinvolgimento dei polmoni, alcune ricerche avevano addirittura affermato che i fumatori erano più al sicuro dei non fumatori. Difficile credere a questa teoria e, facendo affidamento alle parole di Cricelli, infatti, ci sono prove che testimoniano che “le persone affette da patologie respiratorie, in particolare la broncopneumopatia cronica ostruttiva, sono risultate molto colpite dal Sars-CoV-2”. Il fumo rappresenta perciò un fattore di rischio indiretto per tali patologie e potrebbe essere anche rilevante nei casi di decesso da Covid, sebbene al momento non si abbiano ancora legami diretti tra fumo, contagio e decesso per Covid.
Coronavirus e obesi: la correlazione
Altro fattore di rischio associato a patologie cardiometaboliche è l’obesità. “Le persone obese sono affette da altre patologie prevalentemente di tipo metabolico, vascolare, ipertensione, insufficienza cardiaca”, spiega Cricelli. L’obesità rappresenta un fattore associato di rischio primario, tant’è che l’Iss ha indivudato che una buona parte di casi colpiti dal nuovo coronavirus soffrono di obesità. Infatti, su un campione di 3.857 vittime, il 29,8% soffriva di diabete mellito di tipo 2, il 27,7% di cardiopatia ischemica e il 23% di fibrillazione atriale, patologie spesso correlate con l’obesità.
Il fattore anagrafico
Stando a quanto riportato dall’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, sulle 34.026 vittime analizzate, l’età media ammonta a 80 anni e il 57,8% dei decessi ha riguardato il genere maschile. A livello di età, queste le percentuali di letalità in base alla fascia anagrafica:
- Over 80: 57,8%;
- Over 70: 31,6%;
- 51-70 anni: 6,2%;
- 19-50 anni: 0,5%;
- Under 18: 0,1%.
Com’è facile evincere dallo schema soprastante, l’85,3% delle vittime di coronavirus ha un’età superiore a 70 anni e le malattie croniche e le patologie sono spesso una concausa primaria. Tra le principali cause anche le ragioni sociali, considerando il dramma che si è verificato nelle Rsa (e non solo in Italia).
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