Uno sguardo agli ultimi dati sul gioco d’azzardo

Pubblicato il 15 Luglio 2020 alle 14:46
Aggiornato il: 17 Luglio 2020 alle 18:57
Autore: Redazione

Le conseguenze della crisi economica scatenata dall’epidemia di coronaviru sul gioco d’azzardo. I crolli nelle entrate del settore

Uno sguardo agli ultimi dati sul gioco d’azzardo

La pandemia del coronavirus ha stravolto molti settori economici, non risparmiando neanche il gioco d’azzardo.

In Italia la regolamentazione del gioco legale è affidata all’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) che ha il potere di emettere licenze per tutti i bookmaker che vogliano operare nel territorio italiano. È stata proprio ADM ad allertare il comparto comunicando a fine Marzo i risultati di proiezioni statistiche da cui si è evinto che sarebbero stati necessari dai 6 ai 9 mesi per riprendere i livelli del volume di gioco del 2019.

La conferma di queste stime non è tardata ad arrivare con i dati del Tesoro che nel periodo da gennaio a maggio 2020 vedono un ammontare di incassi per  lotterie nazionali ed altre attività di gioco pari a 1919 mln di euro, quantità di poco più grande rispetto ai primi 4 mesi.

Entrate dal lotto in crollo rispetto al 2019

Le entrate derivanti dal lotto sempre dello stesso periodo sono diminuite del 41,79% rispetto al 2019. Quelle degli apparecchi di gioco si attestano su un -46,4% mentre i proventi di altre attività di gioco sono a -28,8%.

In questa ondata calante, c’è stata solo la nicchia dei Casinò Online che ha temporaneamente respirato: molti giocatori di sale terrestri hanno spostato il loro interesse sul gioco a distanza. A beneficiarne sono stati principalmente i siti che offrono Poker online e i più famosi casinò, insieme a tutto l’indotto composto da siti di informazione al gioco d’azzardo online.

Una situazione che in generale rimane allarmante: molti professionisti del settore sono a serio rischio di non poter continuare la loro attività, mettendo a rischio molti posti di lavoro. Le associazioni di settore hanno tentato di far sentire la voce degli esercenti presso il governo, che ha però promulgato un’ulteriore tassa sulle scommesse e lasciando aprire le sale per ultime dopo la quarantena.

Sono 300 mila, è stato calcolato, i lavoratori del settore del gioco legale, circa 110 mila i punti vendita, che contribuiscono per l’1% al PIL, generando circa 10 miliardi di gettito per lo Stato.

Introiti che assieme ad altri rischiano di mancare dalle casse pubbliche anche più del previsto in questo anno di crisi.

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