Con la riforma fiscale 2020 potrebbero arrivare novità importanti per le partite Iva. Abituate a un insolito quanto complesso meccanismo di saldo-acconto, che è anche uno dei versamenti più disturbanti in quanto predittivo dell’anno di riferimento prendendo come spunto gli incassi dell’anno precedente. In pratica un lavoratore si ritrova, chissà perché, ad anticipare i soldi delle tasse future, per poi versare il saldo (che potrebbe essere anche a credito) nell’anno successivo. Questo sistema potrebbe cambiare e subire un radicale mutamento nella riforma fiscale che verrà. Anche perché il sistema delle scadenze è ampio e ricco praticamente ogni mese (o trimestre) e questo costringe professionisti e commercialisti a rincorse e giramenti di testa.
Riforma fiscale 2020 per partite Iva: la proposta dall’Agenzia delle Entrate
La novità a cui stiamo accennando riguarda una proposta che proviene direttamente dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Intervistato da Il Messaggero, ha proposto una semplificazione per le partite Iva, tramite un processo di automatizzazione e modernizzazione del sistema fiscale al quale sono vigenti.
Entrando nel dettaglio, il nuovo sistema fiscale per le partite Iva potrebbe prevedere prelievi mensili calcolati automaticamente dall’Agenzia delle Entrate, per i quali i contribuenti sono solo tenuti a dare autorizzazione. Mentre il calcolo in automatico sarebbe effettuato dall’Agenzia delle Entrate, il contribuente sarà tenuto solamente a controllare che tutti i calcoli siano giusti e quindi ad autorizzare l’addebito sul conto.
Come funziona il meccanismo di saldo-acconto e perché penalizza gli investimenti
Con questa sorta di “precompilata mensile”, andrebbero semplificati gli adempimenti annui e soprattutto verrebbe eliminato il meccanismo “predittivo” di saldo-acconto. Infatti, il calcolo delle imposte per le partite Iva – sia quelle in regime ordinario sia quelle in regime forfettario “agevolato” – non vale solo per l’anno trascorso, ma anche per quello che si sta vivendo. In pratica si va a pagare il saldo nell’anno di riferimento e un acconto (su quanto guadagnato e quindi su quanto è l’imponibile l’anno precedente) per l’anno successivo. Con un versamento di quanto si deve su base mensile o trimestrale, ma soprattutto automatizzato, si andrebbe a eliminare il meccanismo del credito-debito, e ciò permetterebbe ai contribuenti professionisti di avere liquidità da investire, invece che da accantonare per versarla in tasse future che forse saranno restituite.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it