Le sfide che ci attendono nei prossimi decenni in materia di acqua e ambiente
Si è celebrata ieri la giornata mondiale dell’acqua. Il World Water Day è stato istituito nel 1992 dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (United Nations Conference on Environment and Development, UNCED) ed il suo scopo è quello di sensibilizzare i cittadini del nord del mondo ad adoperarsi per non sprecare la preziosa risorsa e a fare in modo che i propri governi adottino politiche di salvaguardia e sviluppo delle risorse idriche nei paesi del sud del mondo. Dal 22 marzo 1993 rappresenta ogni anno un’occasione per focalizzare l’attenzione su uno specifico aspetto attinente all’approvvigionamento e alla qualità dell’acqua. “Water for Cities – responding to the urban challenge” (“Acqua per le città – rispondere alla sfida urbana”): questo il titolo dell’edizione 2011 della Giornata mondiale dell’acqua, con sede principale a Cape Town. Lo slogan dell’iniziativa delle Nazioni Unite lancia un campanello d’allarme, facendo il punto sulle conseguenze di una rapida crescita della popolazione urbana, l’industrializzazione e le incertezze causate dal cambiamento climatico, conflitti e calamità naturali sui sistemi idrici urbani: l’oro blu sarà sempre più conteso all’interno di città, ormai sempre più affollate. “La sfida delle acque urbane deve essere riconosciuta per quello che realmente è: una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa”, spiega nel suo messaggio Joan Clos, Sottosegretario generale delle Nazioni Unite. “Abbiamo bisogno di puntellare la sicurezza idrica contro i problemi dell’inquinamento e del cambiamento climatico – prosegue Clos – Abbiamo bisogno di idee innovative e buone pratiche da attuare”.
[ad]I dati sul rapporto tra acqua e urbanizzazione, pubblicati sul sito ufficiale del World Water Day 2011, parlano chiaro: la crescita della popolazione urbana avanza al ritmo di 2 persone al secondo. Attualmente la metà della popolazione mondiale vive nelle città, percentuale che entro due decenni salirà al 60%, con punte del 95% nei Paesi in via di sviluppo. In Africa e Asia, per esempio, si calcola che la popolazione urbana si raddoppierà tra il 2000 e il 2030. E anche se tra il 1998 e il 2008 1,052 miliardi di abitanti delle città hanno avuto accesso ad acqua potabile e 813 milioni a servizi igienici adeguati, la popolazione urbana nello stesso periodo è cresciuta di 1,089 miliardi di persone compromettendo così il progresso raggiunto. Un abitante su quattro delle città del mondo, 789 milioni in totale, vive senza adeguate strutture igienico-sanitarie. Sono circa 497 milioni le persone che nelle città usufruiscono di servizi igienici in comune, cifra che nel 1990 era 249 milioni. È del 27% la percentuale della popolazione urbana che nei Paesi in via di sviluppo non ha accesso alla rete idrica da casa propria. Ed inoltre, è salito da 140 milioni del 1990 a 169 milioni del 2008 il numero degli abitanti urbani che praticano la defecazione all’aperto. “La rapida urbanizzazione – si legge dal sito web del World water day 2011 – porta con sé diverse sfide correlate a problemi di qualità delle acque e di risanamento. I grandi progressi nell’uso di servizi igienici adeguati negli ultimi decenni sono compromessi dalla rapida crescita della popolazione urbana”.
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[ad]La sfida dell’oro blu nelle città si fa inoltre più ardua se si considerano i dati sulla povertà: 828 milioni di persone vivono in baraccopoli o in insediamenti impropri, senza adeguati servizi idrici e igienico-sanitari. Inoltre, i poveri pagano fino a 50 volte in più per un litro d’acqua rispetto ai loro vicini più ricchi, poiché spesso devono comprarla da fornitori privati. E notevoli sono anche le perdite nelle reti di distribuzione urbana dove le percentuali di perdita arrivano anche al 50%, con una stima annuale che si aggira tra i 250 e i 500 milioni di metri cubi di acqua potabile smarrita nelle grandi città, che invece potrebbe rifornire dai 10 ai 20 milioni di persone.
Altre problematiche legate all’urbanizzazione riguardano aspetti legati all’impatto ambientale: sono 2 milioni di tonnellate i rifiuti prodotti dall’uomo che ogni giorno in tutto il mondo vengono scaricati nei corsi d’acqua. È uno dei dati allarmanti al centro della Giornata mondiale dell’acqua: nei Paesi in via di sviluppo, il 90% di tutte le acque reflue viene immesso, senza essere trattato, direttamente in fiumi, laghi e mari. In tutto il mondo, esse sono usate per irrigare 20 milioni di ettari di terra, il 7% della superficie totale della superficie irrigata. Un fenomeno, quello dell’inquinamento delle acque, collegato ad una gestione dei servizi idrici e igienico sanitari divenuta più complessa con l’aumento della popolazione urbana. L’inquinamento dell’acqua, prosegue il sito ufficiale del World Water Day 2011, è “nonostante i miglioramenti in alcune regioni, in aumento a livello globale”. Il peggioramento della qualità della risorsa idrica sarebbe “il risultato di uno sviluppo economico guidato da urbanizzazione, industrie e sistemi di agricoltura intensiva”. Quello dei rifiuti è quindi un altro tema centrale legato alla qualità delle acque e delle condizioni igienico sanitarie: nello studio intitolato “Gestione dei rifiuti solidi urbani nelle città” del mondo, condotto su oltre 20 insediamenti cittadini, la produzione media di rifiuti all’anno pro-capite è di 285 kg, con punte di 609 kg a San Francisco, negli Stati Uniti, 577 kg a Tompkins Country (Usa), 529 a Belo Horizonte (Brasile) e 528 a Rotterdam (Olanda). Sul totale dei rifiuti prodotti, mentre il 61% è rappresentato dalla frazione organica, il 12% rientra sotto la voce “altro”: si tratta soprattutto dei materiali di uso e consumo più comune, ovvero plastica e carta, ciascuna al 9%, e poi vetro e metallo, ognuno al 2%. Un approfondimento è stato dedicato all’Asia, che nel 2025 potrebbe passare, dalla produzione attuale di 760.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani (circa 2,7 milioni di metri cubi) al giorno, a 1,8 milioni di tonnellate (5,2 milioni di metri cubi).
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[ad]L’oro blu sarà quindi nei prossimi anni sempre più conteso all’interno delle città e pertanto, consapevoli che si tratta di un bene primario per la vita dell’uomo e del pianeta, tutti siamo chiamati ad un uso più responsabile dell’acqua. Questo è stato anche lo spirito con il quale ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio inviato al convegno “Acqua ed energia”, organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei, nella Giornata mondiale dell’Acqua 2011. Un incontro, scrive Napolitanonel messaggio inviato al Presidente Lamberto Maffei, ai relatori e a tutti i partecipanti, che rappresenta “un momento di riflessione nel solco del fecondo cammino di approfondimento sulla materia avviato già da tempo dall’istituto. Il tema del convegno “Acqua ed energia” conferma la necessità di sviluppare, anche attraverso un costruttivo confronto e una rinnovata collaborazione fra la comunità scientifica e il mondo produttivo, nuovi indirizzi di ricerca sui futuri scenari dell’uso delle risorse idriche e delle altre fonti alternative e rinnovabili. È infatti indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali”.