È forse quella che desta meno interesse delle sei sfide di settembre, essendo data largamente per scontata la vittoria di Zaia, ma le elezioni regionali in Veneto sono comunque paradigmatiche della storia politica di questo Paese, e raccontano di come il panorama politico cambi in fretta in Italia, anche in quelle aree che vengono date per acquisite per una parte.
Il Veneto è un po’ il corrispettivo di centrodestra di quello che è la Toscana per il centrosinistra, un feudo, rimasto tale anche quando l’altra roccaforte, la Lombardia è apparsa un po’ meno blu, trainata dal cambiamento politico-sociale di Milano, che ha messo la targa a sinistra.
In Veneto no, probabilmente anche per la preponderanza della Lega rispetto a Forza Italia e PdL, la politica soprattutto negli ultimi anni ha visto il dominio del centrodestra come da nessuna altra parte.
Elezioni regionali in Veneto, chi sfiderà Luca Zaia
Se escludiamo la parentesi del 2014 quando il PD trionfante ha conquistato il primo posto anche in questa regione, non vi è stato alcun altro sbandamento verso sinistra. Piuttosto verso il Movimento 5 Stelle, nel 2013, che ha attirato molti più voti che in Lombardia, ed è parso incamerare il consenso anche di delusi leghisti. Si è trattato però di una defezione rientrata in poco tempo. Già nel 2015 Zaia ha bissato la vittoria del 2010 superando il 50%, mentre sia nel 2018 che soprattutto alle europee del 2019 è stata la Lega a imporsi con percentuali che una volta solo la DC riusciva a raggiungere in queste terre.
Il 20 e 21 settembre a sfidare Zaia ci sarà Lorenzoni, già vicesindaco di Padova, dell’ala più a sinistra del PD, che non sarà appoggiato da Italia Viva, che lancia Daniela Sbrollini, senatrice. Il Movimento 5 Stelle va da solo con Cappelletti.
Vi è poi i venetisti Guadagnini con il Partito dei Veneti e Busato, l’ecologista Bertelle, e la sinistra comunista di Benvegnù
Di seguito è possibile osservare nella galleria i risultati di tutte le elezioni degli ultimi 10 anni
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