Sorpresa, il costo di 1GB di connessione in Italia è il quarto più basso al mondo
A sorpresa l’Italia risulta essere al quarto posto tra i Paesi del mondo più economici per il costo di 1GB. Benin, Malawi, Chad i più cari
L’Italia non è tra i Paesi in Occidente con la migliore copertura della rete, ancora molte aree rurali non ricevono la fibra e diverse aziende, ma anche privati, in provincia sono costrette a ricorrere alla banda larga via satellite per ovviare alla latitanza dei principali provider.
E del resto siamo tra i popoli meno digitalizzati d’Europa. Insomma, appartiamo agli ultimi posti sia dal lato della domanda che dall’offerta. Eppure arriva un po’ a sorpresa una buona notizia sul versante della rete. Secondo una indagine di cable.co.uk, l’Italia è al quarto posto al mondo tra i Paesi in cui il costo di 1GB è inferiore. Solo 43 centesimi di dollaro. Almeno su mobile. È questa la cifra cui è giunto dopo avere osservato le diverse tariffe.
Davanti al nostro Paese il più economico è l’India dove il prezzo è solo di 9 centesimi, Israele, 11 centesimi, Kyrgyzistan, 21 centesimi.
In Benin e Malawi sul costo di 1GB supera i 27 dollari
La varianza è moltissima nel mondo, infatti si in tantissimi Paesi si rimane sotto il dollari, in altri, in particolare in Africa, si arriva a cifre molto alte. Fino ai 27,41 dollari del Malawi e ai 27,22 del Benin, seguite dal Chad, con 23,33.
Ma tra i Paesi più cari non vi sono solo Paesi con poche infrastrutture e bassa domanda, come quelli africani, ma anche la Grecia, dove un GB arriva a costare 12,06 dollari, il Canada, 12,55, la Svizzera, 8,38, e gli USA, 8 dollari.
A determinare questi prezzi vari fattori. Tra questi la presenza di infrastrutture fisse per il segnale, anche se magari non distribuite in modo omogeneo, che incidono sull’economicità di India e Italia. E poi l’alta concorrenza, che ovviamente abbatte i prezzi, ed è favorita a sua volta dall’alta domanda, presente a volte anche in Paesi emergenti ma non poverissimi, per esempio in Asia, dove sono poco presenti PC fissi.
C’è poi anche l’effetto di un reddito alto, che porta a prezzi maggiori laddove in un certo senso i cittadini “possono permettersi” di spendere, come in Canada
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