In questi ultimi tempi le regole in tema di distanziamento interpersonale e prevenzione contro eventuali contagi da coronavirus sono cambiate, creando non poca confusione tra i cittadini e tutti coloro che, per una ragione o un’altra, debbono salire su un treno, aereo o autobus. Infatti, c’è una sostanziale disomogeneità nelle prescrizioni applicate nella penisola per combattere la nota pandemia, tanto che ad esempio sugli aerei si può stare vicini senza regole di distanziamento (ma la mascherina va sostituita ogni 4 ore), mentre negli aeroporti occorre mantenere la distanza di un metro. Anche sugli autobus la linea tendenziale è quella della distanza, ma in Lombardia è possibile occupare tutti i posti a sedere. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, in particolare, quali sono le nuove regole treni in vigore dal primo agosto? Facciamo il punto.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, il primo agosto, ha disposto un’ordinanza ad hoc che di fatto ripristina le misure di distanziamento fisico di almeno un metro su tutti i mezzi pubblici – treni compresi – dopo il brevissimo ritorno alla normalità, deciso dal ministero dei Trasporti. Infatti, i treni a lunga percorrenza avevano appena ripreso a viaggiare con la totalità dei posti disponibili, fino alla nuova ordinanza di Speranza. Non possiamo non notare che le nuove regole treni hanno creato non pochi disagi soprattutto per quanto attiene al trasporto ferroviario nelle linee dell’alta velocità. Ciò in quanto sia Trenitalia che Italo avevano ripristinato la possibilità di riempire nuovamente tutti i posti a sedere. Risultato: le due compagnie hanno dovuto correre ai ripari, con Italo che ha cancellato diversi treni e ha disposto, contestualmente, il rimborso immediato dei biglietti. Trenitalia invece ha deciso di mantenere i viaggi programmati, ricollocando i passeggeri in altri treni ed orari simili, salva tuttavia la possibilità di chiedere ed ottenere il rimborso integrale del biglietto.
Ecco le parole del Ministro Speranza, con le quali giustifica l’ordinanza con le nuove regole treni, anche alla luce della recente recrudescenza dell’epidemia: “Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato un’ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi, aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro, sia l’obbligo delle mascherine“.
Regola essenziale è e resta quindi il distanziamento interpersonale anche in treno, ma non è la sola. Ecco in sintesi le altre:
- il personale del trasporto ferroviario è tenuto ad effettuare la misurazione della temperatura in stazione prima di poter salire sul treno: in caso di temperature oltre i 37,5 °C non si potrà viaggiare;
- la salita e discesa dal treno dovrà avvenire in modo regolato, ordinato e senza affollamenti;
- è vietato usare i sedili contrapposti presenti nelle carrozze, laddove non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro. Tuttavia la citata regola può essere derogata se i passeggeri, che si siedono uno di fronte all’altro, fanno parte dello stesso nucleo familiare;
- i passeggeri dovranno mantenere lo stesso posto assegnato per tutta la durata del viaggio;
- obbligo di autocertificazione del passeggero che compra il biglietto: deve insomma dichiarare, sotto la sua responsabilità, che non è malato di coronavirus, ovvero deve dichiarare di non aver avuto sintomi o di non essere stato messo in quarantena obbligatoria nelle ultime due settimane;
- come sugli aerei, a bordo del treno vige l’obbligo di indossare la mascherina e di cambiarla ogni 4 ore.
Ricordiamo che tuttavia non sono soggetti all’obbligo di indossare la mascherina i bambini sotto i sei anni e chi ha disabilità incompatibili con l’utilizzo prolungato della mascherina in treno, oltre ai soggetti che interagiscono con tali persone.
Concludendo, non possiamo tralasciare di ricordare che per il trasporto locale, alcune regioni hanno introdotto autonomamente nuove regole treni, attraverso ordinanze che di fatto permettono di occupare tutti i posti (ad es. Friuli Venezia Giulia e Piemonte); altre regioni (ad es. Veneto e Liguria) hanno invece previsto la possibilità di usare tutti i posti in piedi previsti in carrozza.
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