Agli americani i cinesi piacciono sempre meno, l’opinione che hanno dei sudditi della Terra di Mezzo negli USA non è mai stata così bassa negli ultimi decenni. La pandemia di Covid19 si è innestata su rapporti già in precedenza deteriorati per la guerra commerciale tra le due superpotenze e in generale sulla crescente rivalità tra il Paese più potente al mondo e quello che vorrebbe togliergli il primato.Il risultato è che in base all’ultimo dei sondaggi politici di Pew Research ben il 73% degli americani ha un’opinione sfavorevole della Cina, contro un misero 22% che ne ha una positiva. Il gap si è ulteriormente incrementato rispetto a maggio. Nel 2017 il rapporto era 47 a 44%. E se tra il 2013 e il 2016 la percentuale di chi aveva una visione negativa era superiore al 50%, in realtà prima, tra il 2005 e il 2012 coloro che avevano fiducia erano la maggioranza, tranne che per un anno.
Come su altri aspetti la generale ostilità alla Cina in realtà si declina diversamente se parliamo di democratici o repubblicani. Con i secondi che sono molto più scettici. In particolare quando si parla di temi come la responsabilità cinese nella pandemia. Per il 73% di costoro è stata la gestione iniziale del virus ad essere la maggiore responsabile della situazione mondiale. Solo per il 38% dei democratici è così.È evidente qui il divario creato anche dalla diversa valutazione sull’operato di Trump. Accollare la maggiore responsabilità alla Cina vuol dire in parte scagionare il presidente americano, e viceversa. Grandi differenze anche sull’atteggiamento che gli USA dovrebbero avere. Secondo questi sondaggi politici ci sono 33-34 punti tra i repubblicani e i democratici quando si conteggia quanti pensano che il proprio Paese dovrebbe portare la Cina sul banco degli imputati per la pandemia o che sia più importante mostrarsi duri che costruire relazioni forti in economia con la Cina. Più limitate ma presenti le differenze sugli altri temi.
Sondaggi politici, in USA gli anziani più ostili dei giovani sulla Cina
I divari non sono solo partitici. Nell’opinione sulla Cina secondo i sondaggi politici di Pew Research c’entra anche l’età, con gli americani più anziani, quelli con più di 50 anni più severi dei più giovani. Oggi ad avere un’opinione ostile è l’81% degli ultra cinquantenni e il 56% dei 20enni. Anche tra questi ultimi il trend della sfiducia è in rialzo, ma non come tra i genitori e i nonni. Un divario c’era anche in precedenza, ma mentre nel 2006 era solo di 11 punti, oggi è di ben 25.
Non è comunque un caso molto probabilmente che l’elettorato più anziano in USA penda più verso i repubblicani di quanto facciano i giovani. E che i numeri sull’atteggiamento verso la Cina in base all’età siano simili a quelli in base all’appartenenza partitica, per cui tra i conservatori le opinioni negative arrivano all’83%, e tra i democratici si fermano al 68% secondo questi sondaggi politici. Raramente si è arrivati al 15% di distacco.Insomma, le distanze tra anziani conservatori e giovani cosmopoliti e liberal sono sempre più ampie, ma in un contesto di crescente guerra fredda tra USA e Cina, verso cui anche i secondi diventano sempre più scettici