Il decreto agosto dovrebbe essere licenziato nella prossima settimana e tra le misure in esso contenute dovrebbe esserci quasi certamente la proroga del blocco licenziamenti fino al 31 dicembre 2020. È quello che vogliono i sindacati, è il tema che sta allungando la discussione. I sindacati, infatti, proclamerebbero lo sciopero generale in caso di mancata proroga fino a dicembre, mentre dall’altra parte Confindustria dichiara che il blocco dei licenziamenti “impedisce ristrutturazioni d’impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione, pietrificando l’intera economia allo stato del lockdown” e producendo un “costo per lo Stato pesante”.
Proroga blocco licenziamenti fino a fine anno, ma non per tutti
La soluzione, come sempre in questi casi, potrebbe tradursi in un compromesso: ovvero confermare la proroga del divieto di licenziamenti fino al 31 dicembre 2020, ma solo per quelle aziende che fanno ricorso alla cassa integrazione. Per tutte le altre aziende, invece, il blocco licenziamenti terminerebbe con lo stato d’emergenza, ovvero il 15 ottobre.
Le reazioni dei sindacati
I segretari di Cgil (Maurizio Landini), Cisl (Annamaria Furlan) e Uil (Pierpaolo Bombardieri) hanno redatto un comunicato congiunto affermando che se il governo non dovesse prorogare lo stop dei licenziamenti fino a dicembre 2020, si rischierebbe uno “scontro sociale”. Per i sindacati, infatti, “chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro”.
E quelle degli industriali
Confindustria non è d’accordo con quanto dichiarato dai sindacati, definendo la minaccia di uno sciopero generale indetto dai sindacati “inutile” perché ora “è il tempo di progettare la ripresa” e una proroga del blocco licenziamenti rischierebbe di congelare l’economia e l’occupazione stessa.
Blocco licenziamenti: tensioni nella maggioranza
Ci sono attriti anche nella maggioranza sulla questione, con M5S e LeU favorevoli alla proroga fino a fine anno, mentre Italia Viva storce il naso e ugualmente il Partito Democratico, sebbene non tutti gli esponenti dem siano d’accordo con questa linea di pensiero.
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