È notizia di questi giorni che cinque parlamentari – tre della Lega, uno del M5S e uno di ItaliaViva – abbiano usufruito del bonus da 600 euro oltre al loro stipendio. L’indignazione popolare cresce, e per una volta ne ha motivi validi. Con l’economia italiana che boccheggia e guarda a settembre come un condannato guarda il patibolo, scoprire che i propri rappresentanti grattano soldi pur avendone parecchi a disposizione è disgustoso.
Alcuni guardano all’INPS e lo accusano di aver incrociato i dati e violato la privacy – cosa buffa, dato che INPS e privacy sono due parole che non possono stare nella stessa frase; ricordiamo i giorni magici in cui il responsabile comunicazione impazzì cominciando a insultare tutti, o quando il sito cominciò a pubblicare dati riservati di sconosciuti a destra e a manca. Altri guardano a una classe politica incapace che ha scritto la legge così male da rendere possibile il latrocinio. Ma forse il problema più grave è quello meno in luce.
La stupidità di questi parlamentari.
Durante Tangentopoli la classe politica rubava miliardi, li trasformava in beni preziosi o nascondeva contanti addirittura nelle imbottiture dei divani. Venivano condannati dalla folla e dai tribunali, ma prima di salire in cattedra e giudicarli bisogna anche chiedersi cos’avremmo fatto noi al posto loro. Come racconta Mark Twain, sono tutti capaci di essere onesti su un’isola deserta, mentre richiede un’enorme autocontrollo e rettitudine riuscire a essere onesti se ti passano per le mani carrettate di soldi. I nostri nonni direbbero che l’occasione fa l’uomo ladro, e la tentazione arriva tutti.
Quello che ti trattiene, a parte una parola desueta come onore, è poco altro. Se sei in parlamento sei già considerato un ladro a prescindere. Quello che fa da deterrente è cos’hai da perdere. Su un piatto della bilancia metti la libertà, uno stipendio fisso e dignitoso, la stima delle persone che hai accanto e perché no, buttiamoci anche l’autostima.
Sull’altro piatto cosa metti?
Quanto vale, tutto questo?
Se ci dicessero che rischiamo quanto detto per 10 milioni di euro, ci pensiamo. Con 10 milioni di euro basta avere un minimo di cervello per garantire una vita dignitosa a noi e a chi amiamo. Non dovremo mai preoccuparci dei soldi per i libri o l’università dei figli, non avremo più rate né debiti con la banca, non dovremo rinunciare alle vacanze per pagare il dentista. Non dovremo nemmeno dichiararli né pagarci le tasse.
Ci pensiamo bene. Non ci dormiamo la notte. Ci fumiamo sopra pacchetti interi. Poi a denti stretti facciamo la cosa giusta e rinunciamo. Per qualche settimana siamo intrattabili, poi mentalmente ci diamo una pacca sulla spalla e ci sentiamo fieri di noi. Perché non vogliamo trascinare la nostra famiglia nell’infamia e nelle difficoltà economiche, non vogliamo farci stuprare in carcere e soprattutto vogliamo ancora credere di essere brave persone.
Ma se sul piatto ci sono 600 euro, i casi sono due: o sei nato ad Haiti post terremoto e per te quei 600 euro sono l’equivalente di 80,000 gourde – in un paese dove con un gourde mangi per una settimana – oppure sei un imbecille. Ti rovini il nome, perdi il lavoro e lo stipendio per seicento euro? È come se camminando per strada con tua moglie e tuo figlio arrivasse un tossico a minacciarti con il coltello: se vuole violentare tua moglie ok, non hai alternative e reagisci. Ma se vuole rapinarti di 132 euro in portafogli e di un cellulare scassato, se reagisci rischiando di lasciare tua moglie vedova e tuo figlio orfano sei un idiota.
Ed è questo che mi fa più paura.
Che i nostri parlamentari sono alla stregua di delinquentelli che finiscono in galera per rapina a mano armata perché han grattato 20 euro da un anziano per strada. Che mentre berciavano “honestà” il sottotitolo era “in vendita per 600 euro”. Questo è il loro spessore, questa è la loro lungimiranza, questa è la gente che dovrebbe prendere decisioni per il paese. E soprattutto, questa è gente per cui siamo costretti, volenti o nolenti, a votare.