Lutto a Verona: il re del classico pandoro natalizio Alberto Bauli è morto: avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 5 settembre. Presidente del gruppo dolciario fondato nel 1922 dal padre Ruggero per ben venticinque anni, consigliere del Banco Popolare e presidente della Banca Popolare di Verona. La sua azienda ha portato diversi dolci tradizionali per le festività natalizie e pasquali: non solo il pandoro, ma anche il panettone e la classica colomba pasquale, passando per altri biscotti, brioches, merendine e crackers. Tutti prodotti che sono stati la diretta conseguenza di acquisizioni di altri importanti marchi italiani nel settore, tra tutti Nestlé (Alemagna e Motta), Doria e Bistefani.
Alberto Bauli è morto: il messaggio di Federico Sboarina, sindaco di Verona
“Verona perde un capace capitano d’industria e un banchiere illuminato”, lo ha salutato il sindaco di Verona Federico Sboarina. “La scomparsa di Alberto Bauli è una notizia che colpisce perché il suo nome è di diritto nell’albo d’oro cittadino, con coloro che hanno reso grande la nostra città”. Inevitabile il riferimento all’azienda di famiglia, che ha avuto il pregio di portare il nome di Verona nelle case di milioni di consumatori. “La società è una delle eccellenze cittadini per creazione di valore e occupazione”. Una sapienza immessa nella conduzione aziendale ma anche nell’allora Banca Popolare. “La città di Verona gli deve molto e non lo dimenticherà”, ha concluso Sboarina, “perché ha fatto un pezzo della nostra storia industriale”.
Scomparsa Alberto Bauli: le parole del governatore del Veneto Luca Zaia
Un sentito messaggio di cordoglio anche dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia: “Il nome Bauli significa immediatamente Pandoro, un dolce che ogni anno porta la tradizione natalizia veronese in tutto il mondo”, le sue parole. “Con la scomparsa dell’ingegner Alberto il Veneto ha perso oggi un messaggero delle nostre tradizioni e del valore della nostra imprenditoria”. Per Zaia la scomparsa di Bauli è un grande lutto per il Veneto, di cui l’imprenditore è stato un fiero esponente nel saper “guardare con successo oltre i confini della sua realtà. Capendo le potenzialità di un dolce tipico che la sua famiglia aveva già affermato su un largo mercato con un’azienda nata nel 1922, ha guidato il marchio nel suo maggior sviluppo” fino a farlo riconoscere a livello internazionale. Ed ecco che grazie alla sua capacità imprenditoriale, “il Pandoro ha conteso agli universali Giulietta e Romeo la notorietà legata alla città sull’Adige”.
Alberto Zauli lascia la moglie Zina, oltre ai tre figli Carlo Alberto, Francesco e Chiara.
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