Pensioni ultime notizie: Quota 41 con penalizzazioni, come funzionerà

Pensioni ultime notizie: a partire dal 1° gennaio 2022 potrebbe arrivare una Quota 41 con penalizzazioni sull’assegno. Ecco l’ipotesi.

Pensioni ultime notizie Quota 41 con penalizzazioni
Pensioni ultime notizie: Quota 41 con penalizzazioni, come funzionerà

Pensioni ultime notizie: la riforma del sistema previdenziale animerà il dibattito da qui fino alla fine del prossimo anno. Le ipotesi al vaglio sono diverse, ma tra queste dovrebbero essere escluse una Legge Fornero bis quanto una Quota 41 per tutti prevista nel suo impianto originario, come abbiamo scritto in questo articolo. Molto più probabile la possibilità di un pensionamento anticipato, sempre con 41 anni di contributi, ma con penalizzazioni sull’assegno.

Pensioni ultime notizie: il rischio scalone

Qualora non si dovesse intervenire al 1° gennaio 2022, ovvero il giorno dopo la scadenza di Quota 100, si passerebbe dalla possibilità del pensionamento a 62 anni di età (e 38 anni di contributi) all’età pensionabile ordinaria, ovvero 67 anni. Oppure 42 anni e 10 mesi di contributi (1 anno in meno per le donne) per andare in pensione anticipata. Presumibile che alla fine si possa trovare un compromesso tra il rigore dello schema Fornero e la flessibilità delle Quote. Il compromesso si convertirà automaticamente in una penalizzazione che colpirà gli importi degli assegni.

Come potrebbe essere la nuova Quota 41

Fermo restando che l’intervento sull’attuale Quota 41 ci dovrebbe essere a partire dal prossimo anno, con l’estensione del diritto ai beneficiari che effettuano lavori gravosi, dal 2022 si fa largo l’ipotesi di un prepensionamento possibile con Quota 41, a condizione che i lavoratori ormai in procinto di essere pensionati accettano il calcolo interamente contributivo sull’assegno, che come ben saprete è più penalizzante sotto l’aspetto economico del calcolo retributivo, che colpirà perciò tutti i contributi versati durante i periodi di lavoro fino al 31 dicembre 1995. Ciò comporterebbe una riduzione della spesa pensionistica (che sarà comunque necessaria), ma al tempo stesso sarà una opportunità su cui riflettere soprattutto per chi ha pochi contributi versati prima del 1996.

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