L’Italia, attualmente, se la passa meglio di altri Paesi europei, anche vicini, come Francia e Spagna in materia di coronavirus. E mentre a Madrid hanno protestato per l’obbligo dell’utilizzo della mascherina, in Italia si analizzano numeri e cifre, quelle che emergono ogni pomeriggio dal bollettino della Protezione Civile. E si parla di nuovo possibile lockdown. E che potrebbero aprire uno squarcio sul prossimo vicino futuro, prevedendo cosa ci aspetta. Nelle precedenti giornate, infatti, il numero dei nuovi casi positivi ha ruotato attorno alle 500 unità giornaliere, mentre nella giornata di sabato 15 agosto i casi positivi hanno superato quota 600, per poi tornare sotto i 500 il giorno successivo. Una situazione che ha il sapore di déjà-vu.
Nuovo lockdown Italia? Situazione attuale come a dicembre
Di previsioni sull’andamento del coronavirus, nel bene e nel male, ce ne sono state davvero di numerose (e contraddittorie) e ce ne saranno anche nei prossimi giorni. Il professore di Simulazione dei sistemi complessi all’Università di Genova, Flavio Tonelli, ha riferito a Repubblica che andando avanti con i numeri diffusi in questi giorni, “i nuovi contagi quotidiani potrebbero arrivare a 1.000 entro fine agosto e superare i 1.500 a fine settembre”. Tonelli, insieme al professore associato di Malattie infettive Andrea De Maria e all’esperto di software development Agostino Banchi, ha lavorato a un modello matematico finalizzato a prevedere l’evoluzione del virus. Per tutti quelli che dicono che il virus è morto e che non ci sarà un ritorno del Covid-19 nel prossimo autunno, infatti, ce ne sono altri che ipotizzano, dati e numeri alla mano, che il virus potrebbe tornare con forza.
Le differenze con lo scorso inverno
Anche il professore di Biologia alla Temple University di Philadelphia, Enrico Bucci, ha riferito al quotidiano romano che la situazione attuale è simile a quella dello scorso dicembre. “Ci sono importanti differenze rispetto al febbraio scorso: l’indice Rt, cioè quante persone in media può infettare un contagiato, è molto più basso e il tempo di raddoppio dei contagi è molto più lungo”. L’analogia con dicembre nasconde una divergenza significativa con quanto accade oggi, perché a dicembre il virus si insinuava nel nostro Paese senza che ce ne accorgessimo, mentre a oggi abbiamo le conoscenze e gli strumenti adatti per fermarlo in tempo. Bucci si sente dunque d’accordo con Lopalco, quando afferma “che siamo nella fase di possibile innesco di una seconda ondata”.
Lockdown la resa, ma unica arma efficace se i tamponi rapidi non funzionano
Lo spettro di un nuovo lockdown allora si aggira nel Paese, anche se sembra improbabile che si arrivi verso una nuova quarantena come già accaduto nei mesi di marzo e aprile, con la chiusura totale di un’intera nazione e soprattutto delle attività. Per Bucci però “i tamponi rapidi, con risultati entro 48 ore, stentano a decollare” e l’unica arma efficace diventa così il lockdown, che però “è la resa, l’equivalente del lazzaretto dove rinchiudere i malati di peste perché non si sa come curarli”. Più presumibilmente ci si avvierà verso lockdown locali, chiusure geograficamente circoscritte, in modo tale da far continuare al meglio possibile un’economia che, in caso di nuovo blocco, rischierebbe una caduta senza fine.
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