Quanto guadagna Flavio Briatore: stipendio e patrimonio dell’imprenditore
Flavio Briatore è tristemente tornato sotto la luce dei riflettori dopo la scoperta di essere positivo al Covid. Quanto guadagna l’imprenditore piemontese?
Flavio Briatore è tristemente tornato sotto la luce dei riflettori dopo la scoperta di essere positivo al Covid. Quanto guadagna il discusso imprenditore piemontese? Ecco una panoramica sulle sue numerose attività.
Flavio Briatore: tra Formula 1 e Billionaire
Flavio Briatore è nato il 12 aprile 1950 a Verzolo, piccolo paese in provincia di Cuneo; i suoi genitori erano insegnanti elementari, ha una sorella e un fratello (deceduto nel 2015). Dopo una carriera scolastica un po’ burrascosa, bocciato sia in seconda che in terza superiore, consegue il diploma da geometra e comincia a lavorare come maestro di sci. Negli anni 70 si trasferisce a Milano dove conoscerà Luciano Benetton.
Il capitano d’impresa gli affiderà alcuni negozi del marchio prima di assegnargli l’incarico di direttore esecutivo della scuderia di Formula 1 che porta il suo nome. Alla guida della Benetton, grazie anche a un Michael Schumacher ad inizio carriera, mette in bacheca due mondiali piloti e due mondiali costruttori consecutivi nel 1994 e nel 1995 (in F1 guiderà anche la squadra Renault). Risale a qualche anno dopo, era il 1998, la fondazione del marchio di lusso Billionaire a cui seguirà l’apertura dell’omonima discoteca, ormai divenuta famosissima, a Porto Cervo, in Sardegna.
Stipendio e patrimonio dell’imprenditore
Secondo la rivista Forbes, il patrimonio personale di Flavio Briatore nel 2014 era di circa 200 milioni di dollari (stime più recenti parlano di circa 185 milioni di dollari). La rivista People with money ha calcolato che tra luglio 2019 e luglio 2020 ne avrebbe guadagnati almeno 58 di milioni di dollari. Inoltre, stando ai dati raccolti dal Sole 24 Ore, solo i nove ristoranti di sua proprietà nel 2018 avevano generato un giro d’affari di quasi 66 milioni di euro: il più remunerativo il Billionaire di Dubai, poi il Twiga di Montecarlo, seguito dal Twiga di Londra e da quello di Forte dei Marmi (di cui è comproprietaria Daniela Santanché).
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