Silvio Berlusconi positivo al Coronavirus: come sta e condizioni di salute
Silvio Berlusconi positivo al Coronavirus: il capo di Forza Italia è stato ricoverato per accertamenti al San Raffaele di Milano; dopo i primi esami gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale: carica virale non trascurabile riferiscono i medici dell’ospedale meneghino.
Silvio Berlusconi: resta ricoverato al San Raffaele
Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele di Milano dopo essere stato trovato positivo al Sars Cov 2 negli scorsi giorni: l’ultima Tac ha evidenziato le tracce di una polmonite bilaterale allo stato precoce. Detto ciò, non è emersa finora nessuna particolare preoccupazione per la salute dell’ex premier: tra l’altro, lo staff che ne monitora il suo stato di salute esclude nettamente il trasferimento nel reparto di terapia intensiva, per quello che si sa finora; tuttavia, in particolare il suo medico personale Alberto Zangrillo, gli è stato caldamente raccomandato di rimanere sotto osservazione in ospedale in modo restare al riparo da qualsiasi rischio (Berlusconi ha comunque 84 anni e una situazione di complicate patologie pregresse). Infatti, anche la sua compagna e due dei suoi figli sono risultati positivi al nuovo coronavirus nelle scorse ore.
Polmonite bilaterale allo stato precoce
L’ultima tac a cui è stato sottoposto l’ex premier ha evidenziato delle tracce di polmonite bilaterale ad uno stadio precoce: la patologia, dunque, ha colpito il tessuto interstiziale – quello tra un alveolo e l’altro, in breve – di entrambi i polmoni. Anche se non risulta finora necessario il ricovero in terapia intensiva (in pochi giorni la malattia può comunque portare a un’insufficienza respiratoria grave), l’ex premier è sottoposto a ossigenoterapia: in pratica, gli viene somministrata una quantità aggiuntiva di ossigeno. Febbre tosse, respiro corto, brividi, spossatezza e sensazione di malessere generale sono tutti sintomi riconducibili alla polmonite di origine virale: il rischio di morte si alza sensibilmente per chi soffre di malattia croniche (soprattutto patologie respiratorie e cardiache), per gli immunodepressi, i bambini e gli anziani (la mortalità tra gli over 65 è di tre volte maggiore rispetto a quella riscontrata tra i giovani).
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