Tassa di successione e libretto postale: quando si paga e quanto costa
La successione è una materia delicata e che già abbiamo considerato più volte su queste pagine, come ad esempio quando abbiamo sottolineato che intraprendere l’iter di successione in tempi rapidi, conviene. Qui di seguito vogliamo soffermarci su uno dei tanti aspetti pratici che caratterizzano questo vasto campo del diritto: ci riferiamo cioè alla successione del libretto postale appartenuto ad un titolare ormai deceduto; è necessario versare una tassa di successione specifica per il libretto postale oppure no? Scopriamolo.
Tassa di successione e libretto postale: il contesto di riferimento
Anticipiamo che in caso di decesso del titolare del libretto, gli eredi ben potranno subentrare nella titolarità di esso, attraverso la presentazione di alcuni documenti presso gli uffici di Poste Italiane. E’ rilevante comunque parlare di questi argomenti perchè spesso accade che molti rimandino l’argomento successioni e lo affrontino soltanto al momento effettivo di decesso di un familiare, senza cioè aver ben chiari, a priori, alcuni dettagli pratici che invece meritano di essere appresi ed assimilati. Infatti, la materia delle successioni e delle eredità implica tutta una serie di diritti, ma anche di obblighi, in quanto eredi. E le tempistiche in proposito sono ben delimitate.
Prima di occuparci del rapporto tra tassa di successione e libretto postale, ricordiamo brevemente che la successione è quella procedura avente rilievo per il diritto civile, la quale comporta il trasferimento del patrimonio ereditario dalla persona defunta verso gli eredi. Cosa si intende per patrimonio ereditario? Ebbene, la giurisprudenza intende tutti i rapporti patrimoniali attivi ma anche passivi trasmissibili alla data della morte. Tradotto in termini pratici: l’eredità comprende non soltanto i beni e i crediti ma anche i debiti della persona defunta.
Esistono due tipi di successione, ovvero quella testamentaria, regolata da un testamento, e quella legittima, senza testamento, cioè disciplinata dalla legge, che dispone l’assegnazione dell’eredità secondo il grado di parentela. Di ciò abbiamo già parlato diffusamente altrove, come ad esempio quando ci siamo occupati del ruolo e dei requisiti del testatore.
A questo punto poniamo però l’attenzione sul tema di cui al titolo: anche il libretto postale, essendo strumento finanziario, può passare agli eredi in ipotesi di decesso del suo titolare ed apertura della collegata successione. Ovvio allora che vada pagata la tassa di successione anche per tale libretto.
Libretto postale e decesso del titolare: cosa succede?
Il libretto postale è qualcosa di ben conosciuto a buona parte degli italiani. Infatti, tale documento consente di gestire i propri risparmi in modo sicuro, pratico e veloce. Il libretto garantisce piena libertà di ritirare denaro di cui si ha disponibilità, senza particolari tipi di limitazione; inoltre sui prelievi garantisce Cassa depositi e prestiti. Va considerata anche la vasta rete di uffici postali ed impiegati sparsi sulla penisola, che assicurano pronta assistenza e supporto ai clienti e titolari del documento: insomma, svariati sono i motivi che hanno contribuito al successo ed alla diffusione del libretto postale.
Tecnicamente, il libretto postale è un conto deposito che ogni risparmiatore può decidere di aprire presso gli uffici di Poste Italiane. Da una parte, il libretto permette al titolare di mettere da parte il denaro risparmiato nel corso del tempo, dall’altra tramite esso Poste Italiane S.p.A. riconosce un certo tasso di interesse al suo titolare.
E’ necessario però distinguere due possibili ipotesi:
- se il libretto è riferito ad un unico titolare, ormai defunto, saranno applicate le comuni regole della successione ereditaria, con la conseguenza che la titolarità dei libretto andrà all’erede o eredi;
- se invece il libretto risulta intestato a più persone, la legge prevede che il decesso di uno dei cointestatari fa scattare l’estinzione del libretto postale in oggetto. Il decesso va obbligatoriamente comunicato in modo scritto alle Poste, da parte degli altri cointestatari.
E’ insomma assolutamente necessario capire di volta in volta, quale tra le due situazioni appena descritte, si presenta in concreto.
In particolare, va rimarcato che le regole in materia di libretti postali impongono che, in ipotesi di morte del titolare o del contitolare, il libretto sia bloccato ed inutilizzabile per tutta la durata della pratica di successione. Ciò chiaramente allo scopo di consentire a Poste Italiane di controllare se gli eredi sono effettivamente legittimati ad ereditare anche il libretto. Comunque, i contitolari sono garantiti, dato che possono certamente chiedere ed ottenere dalle Poste la liquidazione della loro quota.
Documenti da presentare e tassa da versare
A questo punto, possiamo vedere da vicino quali sono i documenti che rilevano in tema e qual è la tassa di successione in gioco. Ebbene, gli eredi dell’intestatario del libretto, per poter subentrare a quest’ultimo nella titolarità, debbono – come detto sopra – far avere agli addetti delle Poste un certo numero di documenti. Tra essi, ricordiamo i più rilevanti, vale a dire:
- documenti di identità del soggetto che fa la richiesta e codice fiscale di tutti gli eredi del de cuius;
- dichiarazione di successione;
- atto notorio o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- estratto dell’atto di morte, ovvero quell’atto che include l’indicazione del luogo, del giorno e dell’ora della morte, il nome, il cognome, il luogo, la data di nascita, la residenza e la cittadinanza del defunto.
Ma quanto costa fiscalmente il trasferimento di titolarità del libretto postale verso all’erede? ovvero, a quanto ammonta la tassa di successione in proposito? Ebbene, gli interessati a essere i nuovi titolari del libretto debbono far avere a Poste Italiane, oltre ai documenti sopra citati, anche la certificazione di pagamento della tassa di successione o imposta ereditaria.
La tassa di successione tecnicamente è un’imposta che il cittadino ed erede versa alle casse dell’Erario, oscillante tra un minimo del 4% ed un massimo dell’8% del patrimonio del defunto, in relazione al legame di parentela tra il soggetto deceduto e l’erede. Si tratta insomma di cifre potenzialmente non esigue. Va ricordato quindi che gli eredi dovranno versare questa tassa di successione – il cui pagamento è essenziale per subentrare nella titolarità del libretto – anche per il denaro a suo tempo accantonato dal defunto nel libretto postale, dato che anche questo denaro concorre alla formazione dell’asse ereditario, su cui viene determinato l’ammontare della tassa di successione.
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