Aumento stipendio colf e badanti: importo e quanto spetta. Il nuovo CCNL
Aumento stipendio colf e badanti: importo e quanto spetta. Il nuovo CCNL
I lavorati domestici occupati in Italia sono circa 2 milioni: ce lo dicono gli ultimi studi del Censis e dell’Istat, ma l’Inps ci ricorda anche che non arrivano al milione i lavoratori di questo settore, regolarmente assunti dalle famiglie italiane. Ebbene, su questo quadro non così confortante, a breve interverrà il nuovo contratto collettivo nazionale di categoria per i lavoratori domestici come colf e badanti. E ad esso bisognerà fare riferimento se si vorrà far lavorare una persona nella propria casa, ma in modo cristallino. Vediamo dunque più nel dettaglio quali saranno le novità a partire dalla data citata.
Aumento stipendio colf e badanti: il nuovo CCNL del settore e le finalità
Dal giorno primo ottobre 2020 e fino alla fine del 2022, questo nuovo CCNL sottoscritto da sindacati ed associazioni di categoria, sarà il faro per tutti i contratti di lavoro domestico regolari. L’obiettivo è chiaramente quello di incentivare l’emersione dei rapporti di lavoro irregolare, con un nuovo CCNL che conviene sia al lavoratore domestico che alle famiglie con anziani o bambini cui badare.
Il rinnovo ufficiale, a seguito di un pesante ritardo di 4 anni sul contratto scaduto nel 2016, è avvenuto lo scorso 8 settembre; come sottolinea Alessandro Lupi, vicepresidente Assindatcolf, si è trattato di una “lunga trattativa“, ma ha anche aggiunto che “siamo riusciti a trovare un accordo che tuteli le famiglie, in particolare quelle con esigenze di assistenza a persone non autosufficienti” e che “con il nuovo Ccnl, che avrà decorrenza del 1 ottobre 2020 e sarà valido fino al 31 dicembre 2022 abbiamo infine gettato le basi per la creazione di una nuova prestazione dedicata ai datori di lavoro che possa offrire una copertura modello ‘long term care’ per la non autosufficienza”.
Insomma, l’intento è anche e soprattutto quello di ‘ridisegnare’ e riorganizzare le figure delle colf e badanti che, peraltro, cambieranno denominazione a partire dal primo ottobre: non si chiameranno più così, ma assumeranno il titolo di “assistenti familiari“, vale a dire una vera e propria figura professionale, ora tutelata anche dal citato aumento stipendio colf e badanti.
Gli assistenti familiari saranno inquadrati su nuove tabelle livellari in rapporto alle competenze e alle mansioni affidate. Distinzione essenziale sarà tra quelli che svolgeranno mere mansioni di messa in ordine e gestione dell’abitazione e chi invece avrà il più delicato ruolo di assistere persone all’interno della casa.
In particolare, assumerà rilievo la figura dell’assistente educatore formato, ovvero colui che – in possesso di specifiche competenze – accudirà persone in stato di difficoltà per motivi psichici, con disturbi dell’apprendimento o relazionali, e non autosufficienti.
Quali sono gli aumenti previsti?
Ma quali sono, in concreto, gli aumenti decisi nel nuovo CCNL? a quanto ammonta insomma l’aumento stipendio colf e badanti? Ecco cosa ricordare:
- scatta l’aumento di stipendio mensile di 12 euro per il livello medio B super dal 1° gennaio 2021 (ciò aumenta il minimo contrattuale per una persona convivente a 880 euro al mese),
- viene introdotto un sistema d’indennità, che scattano già dal primo ottobre, con un importo che oscilla tra un minimo di 100 euro ad un massimo che si avvicina a 116 euro – erogate insieme alla retribuzione minima – nei confronti dei lavoratori che assistono bambini fino al sesto anno d’età e agli assistenti familiari che assistono più di una persona non autosufficiente;
- ai lavoratori in possesso della certificazione di qualità, inoltre, è garantita un’ulteriore indennità fino a 10 euro al mese, vale a dire una sorta di riconoscimento economico della professionalità.
Concludendo, appare dunque limpido l’intento di rinnovare in modo sostanziale un settore certamente non di secondo piano nel panorama del lavoro in Italia, ovvero quello che riguarda le attività di colf e badanti, spesso indispensabili per le famiglie. Starà però ai privati, ed ovviamente ai lavoratori e lavoratrici, impegnarsi al fine di rispettare le nuove regole contrattuali.
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