Agevolazioni fiscali 2020: pensioni residenti al sud, quanto si risparmia
Si potrebbe definire come una misura mirata a ripopolare i Comuni più piccoli del Mezzogiorno, l’agevolazione fiscale introdotta dalla legge di bilancio 2019, la quale prevede un trattamento pensionistico tassato esclusivamente con un’imposta sostitutiva dell’Irpef con una aliquota pari al 7%. Si tratta di un beneficio che rientra nel campo delle agevolazioni fiscali secondo lo schema della nota flat tax, che non poco ha alimentato il dibattito politico negli ultimi mesi. Vediamo allora di seguito, e più nel dettaglio, i caratteri di questa agevolazione per i pensionati.
Agevolazioni fiscali: a chi si applica questa flat tax?
Si tratta certamente di una delle più interessanti agevolazioni fiscali degli ultimi tempi, questa sorta di flat tax pensionati, ma che non riguarda tutti i titolari di pensione. E’ infatti rivolta esclusivamente a coloro che percepiscono un trattamento estero, a patto che spostino la propria residenza in un qualsiasi Comune del meridione, con popolazione con meno di 20.000 abitanti. Il reddito su cui incide questa agevolazione corrisponde all’intero ammontare riconducibile al beneficiario di queste agevolazioni fiscali, sempre che si tratti di redditi prodotti all’estero o percepiti da fonte estera: non vale invece verso i redditi prodotti o erogati nella penisola.
L’Agenzia delle Entrate, in una sua comunicazione, ha chiarito che le agevolazioni fiscali in oggetto, previste per chi si trasferisce al Sud, sono applicabili sia ai pensionati stranieri che godono di una pensione italiana, sia ai pensionati stranieri che godono invece di una pensione straniera. Tuttavia, va rimarcato che la flat tax citata, pari al 7% (che sostituisce l’Irpef), incide sulla sola pensione straniera, mentre la pensione italiana resta invece oggetto di tassazione Irpef, secondo le regole dell’aliquota ordinaria.
Quindi, ricapitolando, ecco quali sono i requisiti che debbono sussistere, per avvalersi di queste nuove agevolazioni fiscali:
- i pensionati in questione non debbono risultare fiscalmente residenti in Italia nei cinque periodi d’imposta anteriori a quello in cui l’opzione per la detassazione diviene efficace; debbono insomma essere provenienti da un lungo periodo di permanenza in un paese straniero;
- inoltre, debbono essere titolari di una pensione all’estero, cioè di una prestazione versata da un ente previdenziale estero, e non dall’Inps. Tuttavia, affinchè queste agevolazioni possano applicarsi, lo Stato che versa il denaro della pensione deve avere firmato un accordo di cooperazione amministrativa con il nostro paese: tale accordo è essenziale perchè consente di evitare la doppia tassazione e consente lo scambio di dati fiscali;
- ma soprattutto, debbono spostare la residenza in un Comune del Meridione, ovvero di una regione tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna o Sicilia; questo Comune deve avere una popolazione di meno di 20.000 abitanti.
Durata della prestazione previdenziale e come ottenerla
La flat tax pensionati riguarda agevolazioni fiscali opzionali che, una volta scelte, durano per un lasso di tempo massimo pari a 10 anni. Per quanto attiene invece alle modalità di ottenimento, trattandosi di un’opzione di regime fiscale riservata al pensionato, questa può essere espressa nella dichiarazione dei redditi legata al periodo d’imposta all’interno del quale si verifica lo spostamento di residenza dal paese straniero all’Italia. Come appena detto, queste agevolazioni fiscali hanno durata massima decennale e scattano a partire dal periodo d’imposta oggetto della dichiarazione.
La legge altresì consente la revoca dell’opzione al titolare dei requisiti per queste agevolazioni fiscali alternative al regime Irpef. In questa ipotesi, restano tuttavia salvi gli effetti legati ai periodi d’imposta anteriori, ma non è più ammesso esercitare di nuovo la detta facoltà.
E’ chiaro che nella dichiarazione dei redditi, eventualmente assistiti da un CAF o da un intermediario abilitato, è necessario indicare il possesso di tutti i requisiti suddetti ed in particolare, non bisogna mancare di segnalare qual è il paese o i paesi stranieri in cui è radicata l’ultima residenza fiscale, prima di poter optare per il beneficio per le pensioni residenti al Sud. Spetterà poi agli addetti dell‘Agenzia delle Entrate compiere le attività idonee ad assicurare il coordinamento con gli uffici corrispondenti dello Stato o degli Stati stranieri, al fine di garantire l’esercizio dell’opzione in oggetto.
Concludendo, appare chiaro che per il pensionato si tratta certamente di un risparmio significativo, ed altrettanto chiaro è che queste agevolazioni fiscali hanno anche lo scopo indiretto di incentivare lo spostamento di capitali dai paesi stranieri all’Italia.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU GOOGLE NEWS
Hai suggerimenti o correzioni da proporre?
Scrivici a redazione@termometropolitico.it