Referendum 2020: come potrebbe cambiare il Parlamento. Le ragioni del Si e del No?
Referendum 2020: come potrebbe cambiare il Parlamento. Le ragioni del Si e del No?
Referendum 2020: dopo lo slittamento a causa dell’emergenza coronavirus, si avvicina sempre più l’appuntamento con la consultazione popolare sul taglio dei parlamentari. Quali sono le ragioni del Sì e quelle del No? Una breve panoramica degli argomenti.
Referendum 2020: lo slittamento al 30 settembre
Referendum 2020: il meccanismo di modifica della Costituzione è stabilito dall’articolo 138 della stessa carta fondamentale. Per cambiare il dettato costituzionale quest’ultimo impone due deliberazioni successive di Camera e Senato – che devono tenersi a non meno di tre mesi l’una dall’altra – in merito alla proposta di modifica, quindi, l’approvazione della stessa proposta in seconda deliberazione con la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato. Chiaramente, se non si raggiunge la maggioranza assoluta la proposta di legge viene bocciata.
D’altra parte, se non si raggiunge una maggioranza di almeno due terzi di ciascuna camera (maggioranza qualificata), la proposta di modifica della Costituzione può essere sottoposta a referendum se richiesto da un quinto dei componenti di una delle due camere. Il referendum del 20 settembre – inizialmente doveva tenersi il 29 marzo, è slittato a causa dell’emergenza coronavirus – si tiene proprio perché la proposta di modifica costituzionale relativa alla riduzione dei parlamentari è stata approvata senza raggiungere i due/terzi dei voti nella seconda deliberazione al Senato.
Cosa cambia con la modifica
Referendum 2020: nel caso in cui alla consultazione dovessero prevalere i Sì a cambiare saranno gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Dunque, il numero dei deputati scenderà da 630 a 400 (nella circoscrizione estero da 12 a 8), il numero dei senatori da 315 a 200 (nella circoscrizione estero da 6 a 3, ogni regione italiane avrà un minimo di 3 senatori (non più 5) e verrà ridotto a 5 il numero dei senatori a vita. La modifica in ogni caso non avrà effetti concreti prima dell’eventuale cessazione anticipata dell’attuale legislatura o dopo lo scioglimento delle camere.
Perché votare Sì e perché votare No?
Referendum 2020: i sostenitori del Sì alla consultazione del 20 settembre ritengono che la riduzione dei parlamentari comporti un forte risparmio per le tasche dei cittadini oltre che uno snellimento dell’attività delle camere. I sostenitori del No, dal canto loro, ritengono che il risparmio dovuto al taglio dei parlamentari sarebbe di fatto impalpabile, inoltre, con meno parlamentari l’attività delle finirebbe per essere più lenta, infine, con meno parlamentari, soprattutto le zone più piccole e remote del paese non riuscirebbero ad avere un’adeguata rappresentanza a livello nazionale.
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