Referendum 2020: posizione partiti per il Sì o per il No, l’elenco
Referendum 2020: la consultazione popolare sul taglio dei parlamentari divide la politica tra favorevoli e contrari naturalmente, tuttavia, non tutti i partiti hanno espresso una posizione chiara e netta. Una panoramica su chi sostiene le ragioni del Sì e su chi invece sostiene le ragioni del No.
Referendum 2020: Movimento 5 Stelle e Pd per il Sì?
Referendum 2020 – Come è facile capire, si è schierato per il Sì il Movimento 5 Stelle che poi è il partito che ha anche avanzato la proposta di legge che modifica la Costituzione nei punti in cui precisa il numero dei parlamentari. D’altra parte, sembra che anche tra i pentastellati ci sia anche qualche sostenitore del No: il Senatore Matteo Mantero, per esempio, e i deputati Andrea Colletti, Andrea Vallascas ed Elisa Siragusa. In tutto, i pentastellati che hanno dichiarato pubblicamente la volontà di andare contro l’indicazione del proprio partito sono sette, tuttavia, secondo delle indiscrezioni riportate dal Giornale, i “franchi tiratori” rappresenterebbero il 20% dei 5 stelle in Parlamento. Ancora più diviso il Pd, alleato di governo dell’M5S: il Segretario Zingaretti un proposto al partito di sostenere le ragioni del Sì ma alcuni dei maggiori esponenti Dem non hanno mai mancato di sottolineare la scelta del No.
Azione e Più Europa: risposta “secca”
Anche Liberi e Uguali è spaccato praticamente a metà mentre in Italia Viva ci si appella alla libertà di voto pur non facendo mancare critiche alla modifica della Costituzione per come è maturata. Dichiaratamente schierati per il No, invece, Azione e Più Europa. Solo i partiti di Calenda e Della Vedova di fatto abbiano già dato una risposta “secca” al quesito referendario.
La posizione dei partiti di centrodestra
Referendum 2020 – Passando al centrodestra: da Fratelli d’Italia, anche se con un po’ di freddezza, non si nasconde la presa di posizione per il Sì. Molto simile la scelta della Lega: il Carroccio si è esposto per il Sì ma con poca convinzione verso una riforma che viene giudicata quantomeno debole se non proprio lacunosa, parafrasando Salvini. Decisamente più divisa Forza Italia (che ufficialmente lascia libertà di scelta) con esponenti di spicco che si sono dichiarati a favore del Sì (Gelmini) e altri che si sono fatti promotori del No (Brunetta) in maniera altrettanto chiara e netta (Berlusconi non è finora andato oltre l’espressione di numerose “perplessità”).
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