Quanto guadagna una colf e forme di pagamento consentite dalla legge
Secondo i dati contenuti nel rapporto annuale sul lavoro domestico, redatto dall’Associazione datoriale Domina e fondazione Moressa, sono più di 800.000 i lavoratori domestici in regola, ma ben di più sono quelli che lavorano in nero, nascosti agli occhi del Fisco: si stima sia una cifra pari a circa 1,2 milioni di unità. Cifre che fanno riflettere e che ci ricordano che le regole in tema di lavoro domestico pongono di fronte alla seguente questione: quanto guadagna una colf oggi? Ebbene, nel 2020 registriamo un aumento di paga oraria e mensile di chi lavora in casa d’altri. Vediamo più nel dettaglio.
Quanto guadagna una colf: gli elementi di riferimento
E’ una domanda che si possono porre in non pochi, ed in particolare coloro che intendono agire in conformità alla legge, stipulando un contratto di lavoro domestico regolare, trasparente e “visibile” al Fisco. Ebbene, per capire quanto guadagna una colf, e di fatto dunque quanto va pagata, occorre che il privato che intende servirsi delle sue attività domestiche, sappia qual è il suo esatto inquadramento e il suo orario di lavoro.
Sulla scorta del livello di inquadramento contrattuale – secondo il CCNL di riferimento, sono 4 livelli, dal collaboratore generico con poca esperienza, fino al collaboratore con compiti decisionali ed organizzativi – e dell’orario, operazione successiva è quella del calcolo della paga, mensile o oraria, e della contribuzione a carico del datore di lavoro.
Parametro di riferimento è, come appena detto, anche l’orario di lavoro che, per disposizione del CCNL del settore, non può oltrepassare le 54 ore settimanali, se si tratta di colf assunte come conviventi a servizio intero; oppure le 30 ore, se assunte come conviventi a servizio ridotto; oppure ancora, non può superare le 40 ore se assunte come non conviventi.
Per quest’anno, come anticipato all’inizio, crescono le cifre di paga oraria e mensile delle colf e della generalità dei lavoratori domestici, ma crescono anche i contributi da versare in rapporto alla collaborazione prestata. A questo proposito, sono state rese note le tabelle 2020 inerenti retribuzione e contribuzione (consultabili qui) per tutto il personale domestico, inquadrato secondo i livelli di cui al CCNL di categoria.
L’incremento dei minimi retributivi per il 2020 è legato sostanzialmente all’adeguamento degli stessi ai più recenti dati Istat. Va rimarcato infatti, che l’art. 44 la normativa del CCNL per il personale domestico prevede che, ogni anno, ed entro il mese di gennaio, si faccia l’aggiornamento delle retribuzioni. Ecco allora che la risposta alla domanda relativa al quanto guadagna una colf deve tenere in considerazione detto aggiornamento costante, effettuato in funzione del coefficiente di variazione del costo della vita per famiglie ed operai rilevato dall’ISTAT al 30 novembre di ogni anno.
Guadagni orari e mensili per le colf nel 2020: ecco i minimi
Sulla scorta dei dati pubblicati e in riferimento al livello di inquadramento contrattuale, possiamo conoscere, per il 2020, a quanto ammonta la paga oraria minima per le colf assunte con contratto di lavoro domestico regolare. Ebbene, si tratta di un valore variabile, che va dal più basso – 4,62 euro all’ora – per la colf assunta con il livello base, ovvero il livello A, fino a valori pari a 7,88 euro e 8,22 euro – ovvero i livelli D e DS – per le colf più esperte, professionali e con competenze organizzative e decisionali.
Analogamente, varia la paga mensile minima 2020 per le colf, in relazione al livello di inquadramento contrattuale: si va da una retribuzione minima pari a a 636,71 euro per un Livello A convivente, fino ad un minimo di 1386,71 euro (con assistenza notturna) per un livello DS.
Clicca qui per visualizzare un utile schema di riepilogo e per capire quanto guadagna una colf in base a qualifiche, mansioni contrattuali ed orari.
Inoltre, non possiamo non ricordare che, in questo quadro, a partire dal prossimo primo ottobre, si inserirà il nuovo CCNL del settore domestico, sottoscritto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf, Fidaldo e Domina, di cui ci siamo già occupati qui. Vi saranno nuove indennità e nuovi aumenti di retribuzione dal primo gennaio 2021.
Forme di pagamento ammesse: quali sono?
In base alla legge oggi vigente, i datori di lavoro debbono – in via generale – pagare la retribuzione ai lavoratori con l’utilizzo di mezzi tracciabili e quindi tali da porre le operazioni in evidenza al Fisco. Tra tali mezzi ricordiamo, ad esempio, gli strumenti di pagamento elettronico, il bonifico e l’emissione di un assegno. Tuttavia, le norme vigenti altresì prevedono che i mezzi tracciabili non sono obbligatori per i lavoratori “rientranti nell’ambito di applicazione dei contratti collettivi nazionali per gli addetti a servizi familiari e domestici, stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale” (legge di Bilancio n. 205 del 2017). In altre parole, il datore di lavoro può corrispondere lo stipendio anche in contanti, ma tenendo conto dei limiti previsti in generale: dal primo luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, il limite è pari a 1.999,99 euro; mentre dal 1° gennaio fino al 30 giungo 2022 il limite scende a 1.000 euro.
Concludendo, resta comunque consigliabile versare la retribuzione alla colf, attraverso modalità tracciabili, al fine di poter provare in modo certo quanto è stato pagato, in ipotesi di contestazioni in sede sindacale.
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