Pensioni ultime notizie: post Quota 100, ecco tutte le possibilità concrete
Pensioni ultime notizie: Quota 100 andrà a termine il 31 dicembre 2021. A oggi, a partire dal 1° gennaio 2022, non si sa ancora cosa succederà. L’obiettivo è comunque quello di evitare lo scalone di 5 anni che si andrebbe a creare: invece di andare in pensione con 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi, si tornerebbe ad agognare il raggiungimento dei 67 anni di età per la pensione ordinaria e i 42/41 e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata.
Pensioni ultime notizie: post-Quota 100, obiettivo ridurre spesa pensionistica
Nell’ultimo Programma nazionale di riforma, il governo ha fatto luce su quello che sarà il concetto di intervento sul tema previdenziale, rassicurando di fatto l’Europa e salvaguardando così i fondi che stanno per arrivare. Come riferisce Il Sole 24 Ore in un virgolettato, “sarà necessaria un’attenta riflessione sull’intero sistema onde garantire la sostenibilità anche di lungo periodo e limitarne il peso sul debito pubblico”. Questa frase sta a significare che non si prevedono all’orizzonte misure e interventi che andranno a pesare sulla spesa pubblica e si punterà invece a una riduzione della spesa pensionistica. Resta comunque ugualmente l’obiettivo della flessibilità in uscita, che però, alla luce del discorso di cui sopra, potrebbe essere “sporcato” da delle penalizzazioni sugli importi degli assegni.
I due scenari
Pensioni ultime notizie – Le ipotesi attualmente al vaglio sono due: una Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi o 63 anni di età e 37 anni di contributi, e via dicendo) che prevede però il calcolo dell’assegno previdenziale interamente con il metodo contributivo, ma soprattutto una penalizzazione del 2,8-3% sull’assegno per ogni anno di uscita anticipata (se si dovesse uscire a 62 anni e 38 anni di contributi, per fare un esempio, si andrebbe a perdere un massimo del 15%). L’altra ipotesi, più gradita ai sindacati, è Quota 41 per tutti: ma questa misura andrebbe a costare circa 12 miliardi di euro, secondo le prime stime, quindi è molto poco plausibile. A meno che non vi siano anche qui penalizzazioni piuttosto pesanti. Per ora, almeno questa è l’impressione, è il primo scenario a primeggiare.
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