Stress lavoro correlato: cos’è, come funziona e dettagli
Lo stress lavoro correlato è una questione concreta in molti ambienti di lavoro e contesti aziendali. Si tratta infatti di un argomento che ha a che fare con la cosiddetta “valutazione del rischio“, che rappresenta oggi un fattore basilare per tutelare la salute dei lavoratori ed anche la produttività aziendale. Vediamo dunque di seguito che cos’è di preciso lo stress lavoro correlato, quando ricorre e perchè utile conoscerlo. Facciamo chiarezza.
Stress lavoro correlato: che cos’è esattamente e quali sono gli effetti più evidenti
In estrema sintesi, lo stress lavoro correlato è dato dalla percezione di squilibrio che un lavoratore avverte quando le sue capacità non sono commisurate alle richieste dell’ambiente lavorativo presso cui esegue la prestazione.
La sussistenza di stress, in verità, inteso come reazione del proprio organismo alle domande e obiettivi provenienti dall’esterno, è cosa certamente normale, sia nella vita privata che in ambito lavorativo. Il punto è che lo stress diventa un pericolo per la salute se assume i connotati della continuità e dell’eccessività, potendo dunque sfociare in disturbi a livello fisico ed emotivo, che arrecano danno sia a livello di performance lavorative, sia a livello di qualità della vita.
Insomma, se è vero che lo stress non è di per sè una malattia, ma una reazione dell’organismo, è altrettanto vero che lo stress lavoro correlato può invece nuocere alla salute del lavoratore, perchè soggetto a pressioni troppo alte e ad impulsi troppo frequenti e tali da ingenerare uno stato di perdurante turbamento.
In altre parole, esiste certamente uno stress, a dosi accettabili, che ha anzi effetti positivi sulla persona e sulla sua salute, permettendo di reagire in modo efficace ed efficiente agli stimoli esterni e di ingenerare una calibrata soglia di attenzione nei confronti delle esigenze dell’ambiente di riferimento. Tuttavia, un’esposizione continuata e sproporzionata a fattori stressogeni invece, può essere fonte di rischio per la salute dell’individuo, sia di tipo psicologico che fisico.
Ecco allora che i sintomi dati dallo stress lavoro correlato possono certamente indicare l’insorgenza di una patologia e, pertanto, produrre effetti negativi sia sul dipendente che sull’azienda. Tra essi ricordiamo essenzialmente:
- aumento degli incidenti causati da errore umano;
- atteggiamenti negativi;
- richieste di trasferimento;
- comparsa di malattie;
- calo delle performance del lavoratore;
- assenteismo.
Un contesto in cui un lavoratore o più lavoratori soffrono di stress lavoro correlato comporta certamente un maggior costo per l’azienda ed anche il progressivo degrado del luogo di lavoro.
Stress lavoro correlato: perchè si distingue dal mobbing?
Attenzione a distinguere lo stress lavoro correlato dai casi di mobbing: infatti, quest’ultimo è da intendersi come una sorta di persecuzione ripetuta nel tempo ai danni di un lavoratore, e messa in atto da colleghi e/o superiori, con una precisa volontà. Ciò che c’è di analogo con il mobbing, sono i sintomi, ma nello stress lavoro correlato manca la componente essenziale del mobbing, ovvero l’intenzionalità. Qui abbiamo riportato alcuni esempi di mobbing, proprio per chiarire quando quest’ultimo ricorre e quando no.
Quali sono le fonti di questo tipo di stress?
Svariate possono essere le fonti o cause di stress lavoro correlato. Cerchiamo di seguito di fare un sintetico elenco almeno delle più significative:
- ambiguità della carriera professionale e del ruolo aziendale;
- assenza di autonomia, anche parziale, sul luogo di lavoro;
- scarsi livelli di sostegno e collaborazione con gli altri;
- non assegnazione di obiettivi professionali;
- difficoltà nei rapporti interpersonali a lavoro;
- orari di lavoro troppo pesanti;
- carichi di lavoro sproporzionati;
- organizzazione del lavoro inadeguata in relazione alle proprie competenze professionali;
- carenze infrastrutturali del luogo di lavoro (ad es. scarso uso della tecnologia, temperature troppo basse, mancanza di igiene, illuminazione insufficiente ecc.).
Tra le categorie di lavoratori più colpite dallo stress lavoro correlato, abbiamo insegnanti, medici, infermieri e membri delle forze dell’ordine.
L’obbligo della valutazione dello stress
Va rimarcato che a partire dal gennaio 2011 è obbligatorio per le aziende della penisola, compiere la cosiddetta valutazione dello stress lavoro correlato, onde prevenire rischi di danno alla salute dei lavoratori.
In effetti, norme in proposito erano già state previste dal D. Lgs n. 81 del 2008 (art. 28 c1 bis ex D.Lgs 106/09), che riprendeva esplicitamente i contenuti dell’accordo Europeo del 2004, sottoscritto dalle quattro maggiori organizzazioni Europee (CEEP, UEAPME, UNICE e ETUC). L’intento di detto accordo era dare una definizione e fare uno studio dei criteri di prevenzione di questo rischio.
Le norme in materia impongono oggi, ai datori di lavoro, di ripetere la valutazione dello stress lavoro correlato, con una frequenza non inferiore ai 3 anni, a meno che gli esiti delle valutazioni precedenti non segnalino situazioni di disagio che conducano ad optare per provvedimenti più restrittivi e tempistiche più ravvicinate.
Esistono vere e proprie linee-guida che permettono di effettuare una precisa valutazione aziendale del rischio legato allo stress lavoro correlato. Va notato che la valutazione in questione non deve essere una misura individuale, ovvero calibrata su ciascun lavoratore, bensì deve piuttosto rispecchiare la complessiva situazione delle diverse aree aziendali, nella finalità di rispecchiare eventuali situazioni di disagio in determinate aree o reparti.
Concludendo, le linee guida suddette prevedono l’uso, come iniziale fase di valutazione, di questionari o check-list, da somministrare ad una certo numero di dipendenti, in modo da poter capire se vi sono reparti a rischio stress lavoro correlato, e svolgere eventualmente ulteriori analisi e correzioni. Tra gli indicatori da usare nel questionario-tipo menzioniamo, a titolo meramente esemplificativo:
- personale: compiti dei dipendenti, tipologia di contratti, orari, rapporti interpersonali (presenza di conflitti, liti, o discussioni);ù
- dati aziendali sull’assenteismo, domande di cambio mansione, eventuali dimissioni, assenze per malattia;
- ambiente di lavoro: livello di igiene, illuminazione, spazio, riscaldamento, sicurezza, temperature;
- fattori di rischio per la salute, ovvero esposizione a rischi biologici, chimici, cancerogeni.
Rimarchiamo infine che le per le aziende tale valutazione periodica è obbligatoria.
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