Spese detraibili 2020: quali sono e percentuali applicate
Le spese detraibili rappresentano per il contribuente l’occasione per recuperare una frazione di quanto speso nell’anno e per contare su meno tasse da pagare. La redazione della dichiarazione dei redditi diventa dunque essenziale anche per far valere le spese detraibili, oltre che per segnalare all’Agenzia delle Entrate i propri guadagni e redditi annuali. Vediamo allora di fare una rassegna di quelle che sono le spese detraibili, per avere un quadro nitido della situazione.
Spese detraibili: di che si tratta? La distinzione dalle deduzioni fiscali
Le detrazioni o spese detraibili sono quei benefici fiscali che permettono di diminuire l’imposta da versare su alcune spese, dette appunto spese detraibili. Va rimarcato che la percentuale di detrazione non è fissa, ma varia in base alla tipologia di spesa che entra in gioco (ad es. spese per ristrutturazione o spese sanitarie). Recentemente è stato introdotto il superbonus del 110% per quanto attiene al miglioramento energetico dei caseggiati, di cui avevamo già parlato diffusamente qui.
Attenzione però a non confondere le detrazioni / spese detraibili con le cosiddette “deduzioni”, o “spese deducibili”: queste ultime infatti sono agevolazioni fiscali che funzionano, sottraendo dalla base imponibile un certo valore, calcolabile in valore assoluto o percentuale. Nello specifico, la deduzione fiscale diminuisce dunque la portata del reddito imponibile a cui applicare le aliquote Irpef.
Le detrazioni fiscali, invece, non diminuiscono il reddito sul quale calcolare le tasse: abbattono infatti l’Irpef lorda di un certo valore, che può essere percentuale o in valore assoluto. Ecco dunque che le detrazioni fiscali, pur essendo anch’esse agevolazioni, operano al contrario rispetto alle deduzioni fiscali, agendo infatti non sul reddito imponibile, bensì sul calcolo Irpef dovuta.
Uno schema di sintesi sulle detrazioni
Fatte queste essenziali premesse, possiamo passare in rassegna quelle che sono le spese detraibili, vale a dire quali sono le spese su cui – in sede di dichiarazione dei redditi – il contribuente può contare su una percentuale di detrazione, stabilita di volta in volta dall’Agenzia delle Entrate:
- spese detraibili al 50% in caso di opere o lavori di ristrutturazione edilizia, compiuti entro un limite massimo di spesa corrispondente a 96mila euro:
- interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia compiuti sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze;
- manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali;
- ricostruzione o ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se questi lavori non rientrano nelle categorie indicate nei punti anteriori e a patto che sia stato dichiarato lo stato di emergenza;
- eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi;
- cablatura dei caseggiati;
- realizzazione di autorimesse o posti auto di pertinenza;
- realizzazione di ogni strumento tecnologico che sia mirato a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per i portatori di handicap gravi;
- bonifica dall’amianto;
- opere mirate ad impedire gli infortuni domestici;
- adozione di misure mirate a prevenire il pericolo del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
- contenimento dell’inquinamento acustico;
- progettazione e altre prestazioni professionali collegate;
- prestazioni professionali comunque richieste dalla tipologia di intervento;
- messa in regola degli impianti elettrici e a metano;
- oneri di urbanizzazione.
- costi per l’acquisto dei materiali;
- relazione di conformità dei lavori, perizie e sopralluoghi.
Rimandiamo comunque alla pagina web dell’Agenzia delle Entrate attinente a quanto appena elencato.
- nelle ipotesi di alcuni particolari lavori di efficientamento energetico del caseggiato, la detrazione fiscale è aumentata fino al 110% grazie al sopra citato superbonus, previsto dal decreto Rilancio; in altre circostanze, è invece operativo il cosidetto “bonus facciate” pari al 90%, di cui abbiamo già parlato qui.
- spese detraibili da un massimo del 35% ad un un minimo del 30% se si tratta di erogazioni liberali destinate ad associazioni di promozione sociale, Onlus o organizzazioni di volontariato, fatte in denaro o in natura;
- spetta una detrazione, ovvero le spese detraibili lo sono al 26% se si tratta di spese collegate alle erogazioni liberali a favore dei partiti politici o delle Onlus;
- per le spese sanitarie vale una detrazione del 19%, se si tratta di:
- acquisto di medicinali da banco o con ricetta medica;
- prestazioni rese da un medico generico;
- spese sanitarie per familiari non a carico affetti da patologie esenti;
- spese sanitarie per soggetti disabili;
- trapianto di organi;
- prestazioni di tipo specialistico e prestazioni chirurgiche;
- analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, terapie;
- ricoveri per degenze o collegati a interventi chirurgici;
- cure termali;
- acquisto o affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie;
- assistenza infermieristica e riabilitativa;
- prestazioni rese da personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale esclusivamente dedicato all’assistenza diretta della persona;
- prestazioni rese da personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo;
- prestazioni rese da personale con la qualifica di educatore professionale;
- prestazioni rese da personale qualificato addetto ad attività di animazione e di terapia occupazionale.
A tale agevolazione è applicato però il limite della cosiddetta “franchigia”: infatti, le spese detraibili scattano soltanto per la somma che oltrepassa i 129,11 euro annui. Per fare un esempio, su 3.000 euro di spese sanitarie in 12 mesi, è possibile detrarre il 19% su 2870,89 euro.
Vi sono ulteriori casi di spese detraibili al 19%, in sede dichiarazione dei redditi. Eccoli in sintesi:
- addetti all’assistenza della persona;
- spese per veicoli per soggetti con disabilità;
- asili nido;
- acquisto di abbonamenti e servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale;
- erogazioni liberali a favore di istituti scolastici di ogni ordine e grado;
- contributi versati per il riscatto degli anni di laurea dei familiari a carico;
- servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi;
- acquisto di cani guida;
- servizi funebri;
- interessi per mutui ipotecari per acquisto dell’abitazione principale o di ulteriori immobili;
- interessi per mutui contratti nel 1997 per recupero edilizio;
- interessi per mutui ipotecari per la costruzione dell’abitazione principale;
- istruzione;
- prestiti o mutui agricoli;
- attività sportive per ragazzi;
- intermediazione di ambito immobiliare;
- canoni di locazione pagati da studenti universitari fuori sede;
- erogazioni liberali alle società ed associazioni sportive dilettantistiche;
- erogazioni liberali destinate a popolazioni colpite da calamità pubbliche o eventi straordinari;
- assicurazioni per il rischio di eventi calamitosi;
- erogazioni liberali a favore della società di cultura Biennale di Venezia;
- beni soggetti a regime vincolistico;
- erogazioni liberali per attività culturali ed artistiche e a favore di enti operanti nello spettacolo o nel settore musicale;
- prestazioni di ambito veterinario;
- minori o maggiorenni con Dsa;
- erogazioni liberali al fondo per l’ammortamento di titoli di Stato;
- assicurazioni per tutela delle persone con grave disabilità;
- assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni;
- assicurazioni contro il rischio di non autosufficienza.
Concludendo, è ben chiaro che le spese detraibili non sono affatto poche: conoscerle in anticipo, prima della presentazione della dichiarazione dei redditi, rappresenta dunque un indubbio vantaggio per il contribuente.
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