Ecco perché alcuni italiani non mettono le mascherine

Non è perché credono alle bufale o al controllo globale. È perché odiano chiunque li circondi, e ora non solo possono dimostrarlo: possono aggredirli.

Non piacciono a nessuno. Dopo due minuti si hanno le labbra secche, l’odore è assai poco gradevole e ci impedisce di sentire il profumo della pioggia d’autunno, la fascetta metallica arriva fastidiosamente vicino all’occhio, e abbiamo perso il conto delle volte in cui abbiamo realizzato di essercela dimenticata; a volte eravamo a metà strada, altre avevamo appena finito di fare le scale, altre – più tragiche – quando siamo arrivati fuori della posta.

Eppure sono necessarie.

A parte le FPP2, quel velo di stoffa garantisce una scarsissima protezione a noi dagli altri, ma protegge gli altri da noi. Insomma, la mascherina è un gesto d’altruismo che in alcuni ambienti è obbligatorio. Ed è stato dimostrato e spiegato urbi et orbi che funziona, ma ad alcuni italiani questa cosa non va giù.

Alcuni si aggrappano a bufale sbugiardate ovunque, tipo che respirare la propria anidride carbonica è un modo per controllarci, oppure che fanno venire i funghi nei polmoni, o altri deliri che mi rifiuto di approfondire. Altri rifiutano di indossarla perché la reputano una limitazione alla propria libertà, e questo scatena treni in ritardo di ore, autobus bloccati, metropolitane blindate, risse in supermercato, esibizionismo, Bonnie e Clyde in salsa rumena, aggressioni alla polizia, sberle agli alunni, professori multati, mani spezzate.

Negli Stati Uniti ne nascono sparatorie, ma vabbè, è come stupirsi di trovare pennarelli all’asilo.

Perché?

Perché gli viene permesso da un lato, e suggerito da un altro. Grazie alla nuova informazione “libera”, il popolo si informa tramite jpeg sgranate su Facebook, legge e vede solo persone che la pensano come lui e in breve si convince che chi non la pensa come lui è pazzo o stupido. Ma per buona parte di questi, non indossare la mascherina è soprattutto il modo ideale per attaccare rissa.

Grazie al Covid-19, quella fetta di popolazione frustrata e rabbiosa ha un metodo infallibile per aggredire il prossimo. Donne o uomini che siano, ormai abbiamo imparato a riconoscerli; entrano in metro o in autobus, perlustrano gli spettatori, alzano il mento e procedono impettiti cercando d’incrociare lo sguardo, ansiosi qualcuno faccia loro notare che non indossano la mascherina.

E vincono sempre, anche se li ignori

Se glie lo fai notare, attaccano. Se non glie lo fai notare, sono felici. Sono riusciti a dimostrarsi ribelli e unici, ma anche – forse – a passarti le conseguenze delle loro scelte sbagliate sia dal punto di vista esistenziale che sanitario. Non c’è mai buona fede, dietro una persona senza mascherina – a patto non se la sia dimenticata.

C’è solo un odio sociale e un bisogno di rivalsa gigantesco. Se i contagi torneranno a salire e finiremo di nuovo in lockdown, con conseguente ulteriore collasso dell’economia, sarà per colpa di queste persone. Alienati, frustrati, hanno trovato un modo semplice ed efficace per colpire la società, l’ultimo capro espiatorio rimasto tra loro e le loro idiozie.