Polizia nelle case private: cosa dice la legge e perché non arriva

Pubblicato il 15 Ottobre 2020 alle 14:58 Autore: Claudio Garau
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Polizia nelle case private: cosa dice la legge e perché non arriva

Nei giorni scorsi – nel corso di una intervista in tv – il Ministro della Salute Roberto Speranza aveva ventilato l’ipotesi dell’introduzione delle forze di polizia nelle abitazioni private, come ulteriore misura per salvaguardare la salute individuale e collettiva, in questa difficile fase di “convivenza” con il noto coronavirus. Non solo: sul tavolo anche l’ipotesi concreta di una multa per le feste private. In brevissimo tempo, le parole pronunciate dal Ministro hanno però sollevato un polverone, da cui l’intervento successivo e chiarificatore, da parte del Premier Giuseppe Conte. Ma vediamo dunque più nel dettaglio perchè è certo che la polizia non possa entrare nelle case di milioni di italiani.

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Come appena accennato, sono state alcune dichiarazioni in tv di Roberto Speranza a scatenare la polemica: “Aumenteremo i controlli, ci saranno segnalazioni“. A frenare le tensioni createsi, è stato il Primo Ministro che ha così rimarcato che nè il Governo, nè tanto meno le forze di polizia potranno fare accesso alle abitazioni private, per controllare il rispetto delle regole anti-covid: “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, però dobbiamo assumere comportamenti prudenti per gestire la fase. Dobbiamo migliorare i comportamenti anche in casa“, queste le sue parole.

Queste dichiarazioni probabilmente riappacificano gli animi di non poche persone, ma sono pur sempre il frutto di un confronto tra Conte, i ministri interessati e i capidelegazione dei quattro partiti di maggioranza, per sbloccare un’impasse improvvisamente scaturita dalle dichiarazioni di Speranza. In buona sostanza, dunque, nessun accesso di polizia o carabinieri nelle case e nessun divieto delle feste in casa, almeno per ora. Ma certamente, una raccomandazione forte ad essere prudenti, anche nelle proprie abitazioni.

E’ stato Conte a fare da mediatore nel confronto: infatti, coadiuvato dai suoi consulenti in ambito giuridico e facendo riferimento anche alla sua preparazione di giurista, ha fatto emergere che vi sono varie pronunce della Cassazione e della Consulta che, espressamente, chiariscono che la polizia non può entrare nelle case, per ragioni anzitutto collegate ai dettami costituzionali.  

D’altronde, per il Governo non si tratta di un periodo facile ed al Premier spetta il compito di far quadrare tutte le questioni sul tavolo – dal recovery fund ai divieti e restrizioni a livello nazionale e locale. Ha infatti aggiunto che è certamente necessario impegnarsi per evitare un nuovo lockdown, ma per evitarlo serve la collaborazione di ognuno: “Noi dobbiamo tutelare la vita dei cittadini, il bene più prezioso, ed evitare che con il calo dell’offerta l’intera economia vada a rotoli. Altra soluzione non c’è, le nostre misure sono state sempre ispirate all’adeguatezza, quando necessario abbiamo fatto ricorso al decreto nel rispetto dei principi costituzionali“.

Per il momento dunque prevale la raccomandazione forte di non tenere feste o party privati in casa, ma non c’è un vero e proprio divieto. In ogni caso, mancano gli strumenti giuridici per un intervento di controllo immediato e penetrante da parte delle forze dell’ordine, ed infatti le assai rigide parole del Ministro della Salute, che ipotizzava anche multe per le feste private, di fatto non hanno ricevuto l’approvazione nè delle forze di polizia, nè del ministro degli Interni Lamorgese.

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Quest’ultima, in particolare, sulla scorta della sua lunga esperienza di prefetto, ha ricordato che l’ipotesi della polizia in casa, come quella del divieto di feste in casa, andrebbero ad incidere sui diritti costituzionali della persona, di cui in particolare agli articoli 13 e 18 Cost. In particolare sarebbe messa in pericolo la libertà di associazione e, secondo l’art. 13 citato: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge“. Lamorgese ha quindi ricordato che vige pur sempre la regola generale che ogni violazione del domicilio privato da parte della polizia va autorizzata da un magistrato, ad eccezione delle situazioni in cui rilevano i reati in tema di droga e terrorismo.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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