Cartelle esattoriali oltre 1000 euro annullabili, ecco la sentenza della corte

Cartelle esattoriali oltre 1000 euro annullabile, ecco la sentenza della corte

Cartelle esattoriali oltre 1000 euro annullabili, ecco la sentenza della corte 

Importanti novità sul tema della cartelle esattoriali sono arrivate direttamente da una pronuncia di questi giorni, emessa dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte, infatti, puntualizza in relazione al cd. saldo e e stralcio, chiarendo con la sentenza n. 22018 del 2020 che il limite di importo dei 1000 euro è collegato al singolo debito, e invece non all’importo della cartella esattoriale, e fa il punto sull’annullabilità della cartella. Vediamo un po’ più nel dettaglio.

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In effetti, le precisazioni fornite dalla Cassazione hanno indubbio rilievo poichè prendono spunto da un caso concreto che vedeva coinvolto un contribuente, che aveva fatto ricorso contro l’ipoteca iscritta dall’Agente della riscossione e contro alcune cartelle esattoriali emesse nei suoi confronti. L’iter si svolge positivamente per il contribuente, giacchè sia la Commissione Tributaria provinciale che quella regionale, accolgono le istanze del ricorrente, e pertanto respingono l’impugnazione di parte avversaria. Ma l’Agenzia di Riscossione non si dà per vinta e prosegue la battaglia fino in Corte di Cassazione che, appunto, ha avuto l’ultima parola.

La Corte di Cassazione è piuttosto esaustiva nella pronuncia che chiude il caso tra il privato e il Fisco: infatti, da un lato dichiara cessata la materia del contendere in rapporto alle domande di pagamento fondate su alcune cartelle esattoriali e, dall’altro, fa notare che in pendenza del giudizio in questione, è stato emanato il d. l. n. 119 del 2018, che sancisce lo stralcio per legge dei debiti di ambito tributario di somma non superiore ai 1000 euro, conferiti agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010. In buona sostanza, non deve farsi nessuna istanza per il saldo e stralcio da parte del contribuente, giacchè l’annullamento avviene automaticamente, ovvero ex lege.

D’altronde, è dal comma 1 dell’art 4 del dl citato, che la Cassazione ha tratto fondamento della sua recente pronuncia sulle cartelle esattoriali: “I debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore del presente decreto, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, ancorché riferiti alle cartelle per le quali è già intervenuta la richiesta di cui all’articolo 3, sono automaticamente annullati“.

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La Suprema Corte inoltre ricorda che per capire qual è il debito oggetto dello stralcio inerente le cartelle esattoriali, occorre fare attenzione a 3 fattori distinti: a) la sorte capitale; b) gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo; c) le sanzioni, legate ai singoli carichi consegnati all’Agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. Per la Cassazione “Il limite di valore si riferisce pertanto ai debiti di importo residuo comprensivi di sorte capitale, interessi e sanzioni. Non si tiene conto, invece, degli interessi di mora e dell’aggio della riscossione“. Il citato limite è collegato al singolo carico consegnato all’Agente, per cui sono incluse nello stralcio le cartelle di importo anche al di sopra dei 1000 euro; ciò che rileva in verità è che il singolo carico dato all’agente non oltrepassi i 1000 euro. In buona sostanza, il condono non agisce sull’importo totale della cartelle esattoriali o di pagamento, ma sul singolo importo di debito, che contiene imposta, interessi e sanzioni.

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