Una giornata qualsiasi nel lavoro dei miei sogni ma è GTA V

Grazie a questo videogioco posso togliermi grandi soddisfazioni che nel mondo reale avrebbero alcune conseguenze spiacevoli.

Ho lavorato duro per arrivare a fare il lavoro dei miei sogni. La paga non è un granché, ma la mattina mi sveglio elettrizzato, e non importa quanti turni o fatiche devo fare, per me ogni giorno è magico. Come molti altri, ho scoperto per caso quello che volevo fare. Ero uno hippie che vagava senza meta per i prati di San Andreas, divertendomi a fare salite e discese con le moto da cross.

Era così che avevo scoperto la base di Fort Zancudo.

Incuriosito, avevo percorso il reticolo rinforzato fino all’ingresso, superato di corsa il casello e avevo attraversato la pista d’atterraggio dov’erano parcheggiati i jet militari, gli elicotteri d’assalto e i C130. Mi avevano crivellato di colpi in meno di un minuto, ma quando mi sono risvegliato in ospedale avevo visto a sufficienza.

Il punto era stare lì dentro il meno possibile, arrivando il più vicino a ciò che volevo.

Ero entrato con macchine, autobus, autobus dei pompieri, tir, Hummer, ma non c’era verso di arrivare in tempo. Poi avevo preso il paracadute, mi ero messo il giubbotto antiproiettile più costoso ed ero riuscito ad arrivare nell’hangar dov’erano i caccia. Mesi di lavoro, ed ero riuscito a rubarne uno. Bello, senza dubbio.

Non era quello il mio lavoro, ma ci assomigliava

Dopo una notte d’inferno passata a scappare e nascondermi nei canali della base, finalmente ero riuscito a rubare e fuggire con un carro armato. Non ho idea di quante automobili, quanti elicotteri e quante persone ho fatto esplodere, ma non importa. L’unico posto dove potevo metterlo sperando di ritrovarlo era l’hangar all’aeroporto. Comprarlo m’era costato un milione e mezzo, quasi tutti i miei risparmi. Non importa. Grazie a lui, oggi posso rendere il mondo un posto migliore.

Posso fare davvero la differenza.

La mia giornata inizia presto, alle prime luci dell’alba. Purtroppo abito in collina, quindi devo guidare fino all’aeroporto. Parcheggio, prendo il carro armato e pattuglio le strade di San Andreas. Può sembrare un lavoro duro e solitario, senza riconoscimenti né medaglie. Ma è grazie a me se la gente parte appena viene verde. È grazie a me se ciclisti e motociclisti sono scomparsi dal centro.

Stamattina, per esempio, percorrevo l’autostrada a caccia di malviventi. Una donna mi ferma dicendo che le hanno rubato l’auto, una cadillac fuxia. Mi volto, sta già sgommando in galleria: l’istante dopo è una palla di fuoco che vola in aria e si schianta contro un autobus che esplode a sua volta, crollando giù dall’autostrada sui bagnanti. Nemmeno mi volto per prendere i ringraziamenti della signora, mi basta sapere di aver fatto bene il mio lavoro.

A volte i miei colleghi della polizia sono invidiosi dei miei successi e cercano di ostacolarmi; ma se sono qui è perché ho lavorato sodo. Non ho raccomandazioni, e la carrozza di una Chevrolet non ha molto da dire contro quella di un M1 Abrams.

A mezzogiorno faccio colazione in un bar del centro per rassicurare i cittadini bisognosi di legalità. Mi piace sentire il suono della città, osservare le macchine che passano, i piccoli gesti delle persone. Un ragazzo disperato grida che gli hanno rubato il portafogli: il ladro si è già dileguato mascherandosi tra la folla, ma non c’è problema: il cannone lo centra assieme a vecchi, uomini, donne e vetrine, in una rosa di gambe e braccia festose, mentre le macchine parcheggiate esplodono una dopo l’altra ricadendo in mezzo alla strada, dove vengono centrate da altre macchine. I guidatori protestano e insultano, ma io non ho mai sopportato la maleducazione. Spiego le mie ragioni e loro fanno salti di gioia.

Non pensate sia tutto così semplice

Ci sono motociclisti problematici; bisogna inseguirli per decine e decine di chilometri, prima di riuscire ad arrotarli mentre la moto esplode. Altre volte devi andare in montagna a caccia di hippie col furgoncino dell’amore, constatare che non hanno la mascherina e non mantengono le distanze di sicurezza, e a malincuore dover trasformare il campeggio nella striscia di Gaza.

Altra cosa temibile sono le corse clandestine con le moto d’acqua: per riuscire a vederle bene bisogna raggiungere un’altura e avere un’ottima mira, perché cannoneggiando quello all’estrema destra o all’estrema sinistra non si riesce a farli esplodere tutti assieme, come invece accade mirando al centro. E loro sono felici, si tuffano in acqua e nuotano invece di mettersi in pericolo.

Amo il mio lavoro.