Pensioni ultime notizie: assegno con metà stipendio. Chi rischia
Pensioni ultime notizie: assegno con metà stipendio. Chi rischia
Pensioni ultime notizie: si fa un gran parlare dei diritti dei pensionati di oggi, ma ancora non si approfondisce appieno e come merita il discorso sui pensionati di domani, ovvero i lavoratori di oggi. “Chissà se vedrò mai la pensione”, si sente dire ogni tanto con una nota di disillusione dai 40 anni in giù. A meno di cataclismi economici, le pensioni continueranno a esistere, ma gli importi potrebbero essere molto più bassi rispetto agli ultimi stipendi. Addirittura, secondo uno studio realizzato da Progetica e Moneyfarm, sembra che i giovani lavoratori di oggi riceveranno un assegno di importo forse nemmeno pari alla metà della retribuzione percepita durante la carriera.
Pensioni ultime notizie: rapporto percentuale tra ultimo stipendio e pensione, chi è penalizzato
L’indagine si è basata prendendo in considerazione 8 profili differenti ripartiti per fascia anagrafica, dalle generazioni nate negli anni Sessanta a quella nata negli anni Novanta: oggi, non tutte queste persone hanno un lavoro. Sembra infatti che il tasso di disoccupazione in queste fasce arrivi anche al 44%. In ogni caso queste generazioni andranno in pensione tra il 2027 e il 2062, una volta raggiunti 67 anni (o 72 anni nella peggiore delle ipotesi).
Pensione di reversibilità e nuovo matrimonio, quando si perde e come?
L’importo della pensione, a dire il vero, non preoccupa più di tanto, visto che supera in media quota 1.300 euro mensili. A intimorire è il tasso di sostituzione: più passa il tempo, infatti, più scenderà il rapporto percentuale tra le ultime annualità dello stipendio e l’importo della pensione. Questo significa che chi prenderà negli ultimi anni della sua carriera lavorativa uno stipendio piuttosto alto dovuto all’esperienza, una volta in pensione sarà “retrocesso” bruscamente a un importo decisamente basso. Per i lavoratori nati nel 1960, l’importo dell’assegno ammonterà al 71% dell’ultimo stipendio. Per i lavoratori nati negli anni Novanta, il rapporto percentuale scenderà fino al 40%. Maggiormente penalizzate saranno le donne, anche se le differenze di genere nel rapporto percentuale si abbasseranno (seppur lievemente) nel corso del tempo.
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