La democrazia nei partiti: problemi e proposte

Pubblicato il 4 Maggio 2011 alle 23:28 Autore: Francesca Petrini
La democrazia nei partiti: problemi e proposte

[ad]• L’articolo 3 contiene poi il contenuto minimo che tutti gli statuti devono rispettare al fine di garantire degli standard di democraticità accettabili, lasciando ovviamente nella disponibilità dei singoli statuti la definizione degli organi e delle articolazioni organizzative. In particolare, il medesimo articolo prevede inoltre che al fine di favorire la partecipazione attiva dei giovani alla politica, ogni partito debba destinare alla loro formazione una quota pari almeno al 5 per cento dei rimborsi ricevuti per le spese elettorali[6].

• L’articolo 4 si occupa invece della selezione delle candidature, che tra le funzioni svolte dai partiti è certamente quella che maggiormente richiama il loro ruolo pubblico. Si prevede che uno o più partiti tra loro coalizzati possano richiedere all’ufficio elettorale competente di indire elezioni primarie per la selezione dei propri candidati a Sindaco e a Presidente di Provincia, delle proposte di candidatura alla carica di Presidente del Consiglio, e per la selezione dei propri candidati alle assemblee rappresentative di livello comunale, provinciale, nazionale ed europeo per le quali sia prevista l’elezione nell’ambito di collegi uninominali con formula maggioritaria. Successivamente sarà l’ufficio elettorale competente, unitamente ad un collegio dei garanti appositamente costituito, a vigilare sulla regolarità della  consultazione primaria. Il disegno di legge presentato distingue tre tipologie di partiti: quelli che intendono limitarsi a regole solo privatistiche e restano fuori dai sistemi di finanziamento pubblico; quelli che si fermano alla soglia minima di garanzie statutarie, precisate dall’articolo 3, e che per questo rinunciano alla metà dei finanziamenti; quelli che decidono di mettersi interamente in gioco con i propri elettori, con la piena contendibilità di tutte le competizioni per le cariche istituzionali monocratiche e nei collegi uninominali maggioritari e che, per questo, accedono all’intero finanziamento (è l’opzione preferenziale a cui tende la regolazione, usando il finanziamento come leva potente per la democraticità). Viene inoltre previsto che hanno diritto di partecipare alla votazione nelle elezioni primarie i cittadini iscritti alle liste elettorali che al momento del voto sottoscrivano di essere elettori del partito politico o della coalizione di partiti che ha promosso la consultazione per la carica a cui la consultazione si riferisce. Ancora, si prevede che siano applicate alle primarie tutte le norme restrittive dell’elettorato attivo e passivo (ineleggibilità, incandidabilità) previste per le corrispondenti elezioni.

• Infine, considerando l’impossibilità di un incremento della tassazione o del debito pubblico ma la necessità di riqualificare la spesa pubblica, l’articolo 5 stabilisce una copertura del disegno di legge che si fonda sulla riduzione dei fondi previsti per i rimborsi, che si basano sul numero degli iscritti alle liste elettorali, scendendo da un euro per ciascuno a 0,90 centesimi. Dato l’incremento finanziario che si avrebbe introducendo le primarie pubbliche, se tutti i partiti facessero primarie, il sistema andrebbe in perfetto equilibrio; “dato che ciò non accadrà, vi saranno risparmi che andranno a beneficio delle finanze pubbliche. Quindi più democrazia e meno costi: una scelta doverosa e qualificante[7].

 

 

 

democrazia

 


[1] Cfr. G. Pasquino, Articolo 49, in Commentario della Costituzione, Bologna, 1992.

[2] Cfr. P. Ridola, Partiti politici, in Enciclopedia del Diritto, Volume XXXII, Milano, 1982.

[3] Corte costituzionale, ordinanza n. 79 del 24 febbraio 2006, testo disponbile all’indirizzo http://www.giurcost.org/decisioni/2006/0079o-06.html.

[4] Cfr. S. Ceccanti, Restituire i partiti ai cittadini, Attuare l’articolo 49 valorizzando le migliori prassi della transizione, in www.scuoladipolitica.it.

[5] Proposta di legge, Veltroni ed altri, Norme sulla democrazia interna dei partiti e sulla disciplina delle elezioni primarie, (AC 4194), http://www.camera.it/126?pdl=4194&ns=2.

[6] A riguardo, sulle pagine del TP, si veda l’articolo di M. Patanè, Tra luci e ombre, la scuola politica del PD.

[7] Cfr. S. Ceccanti, Restituire i partiti ai cittadini,op. cit..

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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