Ecco il bizzarro ciondolo anti covid: chi lo produce e come funziona

Pubblicato il 10 Novembre 2020 alle 14:59 Autore: Nicolò Zuliani

Una storia meravigliosa di eccellenze italiane, che avrà altrettante conclusioni tipicamente italiane.

Giuseppe Tani, segretario di InnovaPuglia, vicequestore e segretario nazionale del sindacato di polizia SIAP, presenta alla camera un ciondolo anti Covid. Lo mostra alla videocamera e spiega:

“Questo micropurificatore d’aria di tecnologia israeliana, per un metro cubo attorno alla persona genera dei tachioni che inibiscono, praticamente, qualsiasi virus abbia segno positivo. Ok? È tecnologia che andrebbe distribuita alle forze di polizia del paese, a tutti i sanitari impegnati, perché questo ci darebbe una mano a fare più serenamente il nostro lavoro e soprattutto a combattere il virus. È un neutralizzatore di batteri.”

La gente si spertica in ironie e derisioni.

Su Twitter i paragoni con Wanna Marchi si sprecano, ma a quanto pare nessuno ha idea di cosa sia quel ciondolo o da dove venga. In rete si trovano tracce di altri tentativi anticovid finiti male. In Indonesia avevano creato una collanina con essenze di eucalipto pubblicizzato dal ministro dell’agricoltura, che aveva scatenato un putiferio. Poi c’era stato lo Shut Out necklace, che sta venendo bandito negli Stati Uniti. Anche in Italia ci sono stati dei timidi tentativi non finiti benissimo, ma nessuno di questi oggetti somiglia al ciondolo mostrato dal vicequestore Tani.

Da dove viene? Cos’è? Chi lo produce? Chi l’ha inventato?

Si chiama AirMed, ed è prodotto da una startup italiana.

Se ne trovano tracce su Repubblica, tra le “eccellenze Lazio”. Il noto quotidiano lo definisce “un purificatore d’aria pret-a-porter” che secondo il sito applica

“un determinato voltaggio su un’area dotata di miscroscopiche punte accuminate (scritto così, NdA) che fungono da emettitori di ioni. L’elettricità fa in modo che gli elettroni si sviluppino proprio su queste piccolissime punte, per poi essere subito espulsi ed immessi nell’aria; una volta liberati, gli elettroni cercano la molecola di ossigeno più vicina e le si aggrappano, dandole una carica negativa diventano ioni negativi”.

Sul canale Youtube della AirMed si trova anche un test, che nomina una certa “Ari’oh – Breath technology”. L’articolo di Repubblica entra nei dettagli con un esperimento condotto dalla Columbia University:

Sempre sul sito, alla domanda “perché usare AirMed”, le motivazioni sono che aiuta a ridurre il colesterolo nel sangue, ha effetti positivi su bambini affetti da ADHD, aiuta a proteggersi da virus influenzali, aiuta a contrastare le allergie da pollini e riniti, aiuta a contrastare il particolato (PM2,5 e PM10), aiuta a contrastare virus e batteri, aiuta a dimagrire, aiuta a dormire meglio, rafforza il sistema immunitario e favorisce l’autoguarigione, aiuta le performance cognitive e sportive.

È straordinario.

Secondo quanto riportato, è possibile acquistare AirMed in farmacia e in parafarmacia. Noi lo abbiamo trovato solo su Amazon, mentre non abbiamo trovato riscontri su alcun sito di farmacie o parafarmacie online, e i farmacisti interpellati da Termometro politico non l’hanno mai sentito nominare; se è una startup di Isernia, tuttavia, non è strano. Dopotutto cercano agenti di commercio.

Il prezzo di listino sono 59,90 euro, non 50.

Chi ha inventato AirMed è la Mendel Capital srl, fondata dai fratelli David e Daniel Feig. Due commercialisti di Isernia apparsi sull’inserto “Salute e benessere” di Repubblica e su QuotidianoMolise. Non è chiaro quale sia la sede di Mendel Capital srl; sul sito nomina solo via dei Serpenti 32 a Roma, mentre sul sito dell’Associazione Italiana Commercio Elettronico dice Corso Risorgimento 166 a Isernia, che però risulta essere la sede di tale Simone Feig, anche lui commercialista. Nella brochure che si può scaricare dal sito sono presenti entrambi gli indirizzi.

David Feig

Come al solito, chiudiamo con più domande che risposte

Quest’invenzione è davvero in grado di migliorare e salvare milioni di vite? Due commercialisti di Isernia hanno davvero creato un meccanismo capace di far respirare “aria più pulita fino all’87,5%“?, anticipando gli scienziati nel resto del mondo? Come mai un’invenzione simile è stata snobbata? Come ne è venuto a conoscenza, il segretario di InnovaPuglia? Aspettiamo fiduciosi qualcuno risponda.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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