Lockdown Italia 15 novembre 2020: perché circola questa data?
Lockdown Italia: il governo assicura di lavorare per evitare la serrata generalizzata del paese mentre aumenta la pressione degli esperti per un ulteriore (pesante) irrigidimento delle norme in chiave anti-contagio. La data chiave per la decisione definitiva sembra essere quella del 15 novembre.
Lockdown Italia: perché si decide il 15 novembre?
Lockdown Italia – “Se dovesse esserci un rapido peggioramento si capisce che allora si dovrebbe agire. Ma non è ciò che sta accadendo – ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri in una recente intervista a RaiNews24 – Mi auguro un appiattimento della curva se non sarà così serviranno misure più diffuse, e non andrei oltre il 15-20 novembre”. Queste parole non lasciano adito a dubbi: il governo sta monitorando l’effetto delle misure prese finora per contenere l’incremento dei contagi.
Se il lockdown a diverse velocità, con l’imposizione del codice giallo, arancione, rosso a seconda del grado di diffusione del virus nelle varie regioni, non darà i risultati sperati entro il 15 novembre (giorno in cui dovrebbe notarsi un’iniziale decrescita per via degli ultimi provvedimenti) si dovrà procedere a un’ulteriore irrigidimento delle restrizioni. Dal canto loro, gli esperti invocano già adesso a gran voce la chiusura generalizzata del paese, per alcuni poi potrebbe essere già troppo tardi per impedire il concretizzarsi di una situazione drammatica.
Il 15 novembre “è una data che non esiste”
Lockdown Italia – A cambiare nettamente la direzione del dibattito che si è sviluppato in queste ore è stato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: per quanto riguarda la deadline del 15 novembre ha dichiarato che “è una scadenza che non esiste”. Tra l’altro, ai microfoni di Rai3, sempre Boccia ha assicurato che “la curva dei contagi ha decelerato”, dunque, il problema adesso è esclusivamente la tenuta degli ospedali. Insomma, non si possono escludere nuove restrizioni su base regionale ma di serrata nazionale generalizzata come quella di marzo-aprile, al momento, se ne parla ha chiuso il suo intervento Boccia: “non sarebbe giusto chiudere aree che non vivono oggettivamente la crisi che stanno vivendo altre”.
Insomma, come affermato anche da fonti interne alla maggioranza del Messaggero, il lockdown nazionale non sarebbe “un’ipotesi sul tavolo”: gli automatismi che fanno scattare, oltre certi livelli di guardia, l’imposizione della zona rossa sono abbastanza. Tuttavia, altri organi di stampa, riferiscono di una preoccupazione diffusa tra le autorità: un nuovo provvedimento che decreterà la “zona rossa” su tutta l’Italia potrebbe essere discusso già entro questo o al massimo entro il prossimo fine settimana, comunque ben prima della scadenza dell’ultimo Dpcm fissata al 3 dicembre.
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