Orari lavori a casa: le regole da rispettare e i divieti

Pubblicato il 18 Novembre 2020 alle 12:06 Autore: Claudio Garau
Palazzi

Orari lavori a casa: le regole da rispettare e i divieti

Chi vive in un contesto condominiale ben sa che non sempre si può contare su momenti di riposo e di silenzio: talvolta infatti c’è chi produce rumori sgradevoli e fastidiosi, anche in orari che, per consuetudine, sono dedicati al sonno ed al relax domestico. Ebbene, i lavori a casa comportano quelle che in gergo sono definite emissioni acustiche, le quali non di rado risultano moleste per chi si trova a vivere in un appartamento confinante a quello in cui sono fatti lavori a casa. Qui di seguito vogliamo fare luce su cosa dice la legge per queste circostanze: ci sono limiti agli orari dei lavori a casa oppure sussiste una generica libertà di svolgere ristrutturazioni edilizie anche in contesti condominiali? Vediamolo.

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Lavori a casa: il contesto di riferimento

Il punto è, in verità, molto chiaro: il privato che è proprietario di un immobile su cui vuole fare dei lavori, non può vedere il suo diritto di proprietà e la sua volontà limitate dal fatto che i lavori a casa sono anche fonte di rumore e fastidio per chi vive accanto, al piano di sotto o di sopra.

Ma attenzione: detto diritto va pur sempre controbilanciato con le norme esistenti, che impongono di non recare disturbo al vicino di condominio. Si tratta insomma di trovare un compromesso o una via di mezzo.

Chiariamolo subito: nell’insieme delle norme vigenti sul territorio italiano, non esistono regole di legge che fissano, per ogni Regione e per ogni Comune, quali sono gli orari in cui si possono svolgere lavori a casa e quali sono invece gli orari in cui deve essere assicurato il silenzio. Ciò salvo quanto diremo più avanti con riferimento ad alcune norme rilevanti nel Codice Civile e Penale.

In altre parole, sono i Comuni gli enti preposti a decidere le regole in materia di lavori a casa. Ecco dunque che l’interessato a mettere a nuovo o ammodernare un immobile perchè magari intende affittarlo a qualcuno, farà bene a rivolgersi presso gli uffici comunali per venire a conoscenza della possibile esistenza di regolamenti locali che statuiscono fasce orarie di silenzio in condominio.

E’ chiaro che la presenza – eventuale – di una norma locale che limiti i lavori in casa non comporterebbe mai, in ipotesi di violazione, una sanzione di ambito penale, ma piuttosto si dovrà parlare – sempre e comunque – di multa o sanzione amministrativa pecuniaria. Il vicino di casa molestato da rumori in orari non ammessi dal regolamento potrebbe certamente contattare la polizia municipale, affinchè si facciano tutti i rilievi del caso e sia emessa la sanzione.

Il regolamento di condominio può disciplinare in merito

In verità, non solo i regolamenti locali possono prevedere norme in materia di lavori a casa: anche il regolamento di condominio può essere utile allo scopo. Infatti, detto regolamento può includere varie regole che limitino i lavori a casa, anche più rigide di quelle disposte – eventualmente – dal Comune in cui è situato l’appartamento.

Ecco perchè ogni condomino – al momento dell’arrivo nell’appartamento come nuovo proprietario o inquilino – farebbe bene a farsi dare, senza indugio, una copia del regolamento condominiale dall‘amministratore di condominio. Ciò allo scopo di capire se i lavori a casa sono circoscritti oppure no, e se sì, in quale misura.

C’è però un limite che riguarda il detto regolamento e che va rispettato, per poter stabilire fasce orarie di divieto di lavori a casa e ristrutturazioni varie. Infatti, il regolamento in oggetto deve essere approvato all’unanimità ovvero con approvazione del testo, redatto dall’originario costruttore dello stabile, all’atto della compravendita degli appartamenti che lo compongono. Chi compra, insomma, accetta tutte le regole e clausole che regolano i rapporti tra condomini, incluse quelle che pongono limiti alle attività in appartamento. Per l’unanimità è anche possibile, ovviamente, la votazione in assemblea condominiale, da parte di ogni condomino dello stabile.

In sintesi, se un condomino ritiene di essere stato molestato da lavori a casa che sono andati oltre i limiti del regolamento, potrà contattare l’amministratore di condominio che, a sua volta, intraprenderà le vie legali affinchè il responsabile vada incontro alle sue responsabilità. In particolare, non bisogna dimenticare che il regolamento condominiale può includere anche sanzioni fino a 200 euro per chi produce rumori non ammessi o svolge lavori a casa in orari vietati.

I limiti residuali nei Codici

Sopra abbiamo accennato al fatto che i codici contengono alcune utili indicazioni in tema di lavori a casa. Infatti, se non esiste un regolamento comunale, nè esiste un regolamento di condominio sul tema, gli interessati dovranno considerare le regole generali stabilite nel Codice Civile e nel Codice Penale. In particolare, secondo l’art. 659 di quest’ultimo, può essere punito con l’ammenda o con l’arresto, colui che produce rumori o schiamazzi, e per questa via arreca disturbo alla quiete pubblica. L’art. 844 Codice Civile, invece, dispone invece quanto segue:

Il proprietario di un fondo non puo’ impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilita’, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi“.

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Come detto all’inizio, in materia di rumori e lavori a casa è necessario trovare un compromesso tra diritto al riposo ed alla quiete domestica e diritto di svolgere attività di ristrutturazione e di messa in ordine di un immobile. Ebbene, anche sulla scorta delle regole residuali citate, sono state individuate, per convenzione, delle fasce orarie adibite al riposo, ed in cui non si possono fare lavori a casa:

  • dalle 20 di sera alle 8 del mattino;
  • dalle 13 alle 15 del pomeriggio.

Ne deduciamo che i lavori in casa possono essere svolti, anche se fastidiosi per i condomini vicini, dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 20. Ovviamente, ciò salvo le regole più stringenti, eventualmente previste dal Comune o dal regolamento di condominio.

Concludendo, si può agevolmente notare che le ragioni della proprietà di un immobile, non possono essere fatte prevalere sempre e comunque, in modo assoluto, nei confronti dei condomini di un edificio. E’ necessario trovare un compromesso o comunque dei limiti al generale diritto di fare i lavori a casa, anche e soprattutto sulla scorta di norme ad hoc.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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