Come fare per prolungare la Naspi per coronavirus: la guida rapida

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Come fare per prolungare la Naspi per coronavirus: la guida rapida

Non è la prima volta che ci occupiamo di Naspi, ovvero la nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego, una sorta di indennità mensile di disoccupazione, che assolve ad un duplice scopo: da una parte è forma di sostegno al reddito per i dipendenti che avevano un rapporto di lavoro presso un datore di lavoro e hanno perso in modo assolutamente involontario la loro occupazione; dall’altro rappresenta una vera e propria occasione per ‘rilanciare’ il neo-disoccupato nel mondo del lavoro. Qui di seguito vogliamo soffermarci un su un punto di indubbio rilievo pratico: come si fa a prolungare la Naspi per coronavirus e godere dunque di una tutela più lunga nel tempo? Vediamolo.

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Naspi: chi sono i destinatari

Il citato ammortizzatore sociale non è però misura fine a stessa, giacchè il disoccupato – per poter contare su questo appoggio economico – deve impegnarsi a partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro per lui predisposte dal centro per l’impiego competente: colloqui, selezioni, test, corsi di formazione e aggiornamento, incontri di orientamento sono tutti step che vanno seguiti per non perdere il diritto alla Naspi.

Ricordiamo, in sintesi, chi sono i destinatari della prestazione in questione, ovvero quali sono i 4 requisiti da rispettare per avere accesso alla Naspi dell’INPS:

Sul piano temporale, va rimarcato che – in via generale – la durata della prestazione dell’INPS corrisponde alla pari alla metà delle settimane contribuite negli ultimi quattro anni, le quali non abbiano già fatto scattare una prestazione per disoccupazione.

Ma la legge, in relazione alla situazione di crisi del mercato del lavoro collegata alla pandemia, ha previsto nei mesi scorsi un’allungamento della durata dell’indennità Naspi in questione. Infatti, una significativa proroga della prestazione è stata contemplata prima nel noto decreto Rilancio, e poi nel decreto Agosto. I destinatari sono stati tutti coloro che avrebbero perso l’ammortizzatore dopo giugno 2020, per sopraggiunti limiti temporali.

E’ chiaro che la proroga è stata dovuta alla estesa chiusura delle aziende, con fortissima contrazione dell’attività produttiva, cui si è abbinato il crollo delle assunzioni.

L’ammontare e i tempi della prestazione INPS

Certamente il citato ammortizzatore sociale costituisce un valido salvagente per chi ha perso il lavoro, poichè dall’INPS viene versato direttamente sul c/c del destinatario un importo corrispondente al 75% del reddito medio mensile dell’ex-dipendente ora disoccupato, incassato negli ultimi 4 anni, fino alla soglia massima di 1.227,55 euro (valore 2020). Inoltre, se il reddito medio oltrepassa questo valore, è necessario integrare con il 25% della differenza tra il reddito medio e la soglia massima di 1.227,55, evitando però di oltrepassare i 1.335,40 euro, che è la somma mensile massima di detta indennità Naspi. Ricordiamo altresì nel periodo in cui il destinatario si avvale del diritto alla Naspi e la percepisce, sono applicata, in suo favore, le regole della contribuzione figurativa, di cui già ci siamo occupati.

Ribadiamo che la Naspi viene riconosciuta per la metà delle settimane con contributi, che risultano agli atti negli ultimi quattro anni. Attenzione però: per quantificare la durata, non vanno presi in considerazione i lassi di tempo di contribuzione che hanno già permesso una anteriore prestazione di sostegno contro la disoccupazione. Seguendo lo stesso ragionamento, non valgono i contributi che hanno giustificato l’ottenimento della Naspi in un’unica soluzione in modo anticipato, allo scopo di essere d’impulso per il destinatario che vuole mettersi in proprio, ad es. con una nuova attività imprenditoriale. Come si può notare, dunque, la Naspi non viene riconosciuta alla generalità dei lavoratori che avevano un rapporto di lavoro alle dipendenze, ma solo a determinate condizioni.

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Proroga della tutela per Covid-19: come funziona

La proroga della Naspi è prevista in più casi (ad es. per i lavoratori stagionali e in ipotesi di sospensione del versamento), qui di seguito però vogliamo vedere più da vicino il caso della proroga causa coronavirus, per la rilevanza a livello sociale che essa assume.

Ebbene, il citato decreto Rilancio ha sancito in modo inequivocabile che, laddove il periodo canonico dell’indennità di disoccupazione in questione – ovvero Naspi ma anche Dis-coll, ossia la prestazione diretta ai collaboratori – lavoratori parasubordinati – sia scaduto tra il 1° marzo ed il 30 aprile 2020, è ammesso – per legge – di godere di una speciale proroga dell’indennità corrispondente a 2 mesi. La motivazione è da rintracciarsi nel contesto emergenziale in cui opera detta proroga.

Stessa previsione – 2 mesi di proroga – da parte del decreto Agosto, nei confronti dei disoccupati che hanno perso il sostegno Naspi tra il primo maggio e il 30 giugno. Va ricordato altresì che la somma versata nel periodo di proroga corrisponde all’ultima mensilità della Naspi originaria, senza alcuna variazione. Attenzione però: è vietato il cumulo della proroga in questione con altre eventuali agevolazioni godute in virtù del decreto Cura Italia e Rilancio.

Concludendo, rimarchiamo che i destinatari della proroga del trattamento INPS non devono attivarsi in alcun modo per ottenerla, giacchè lo stesso Istituto verserà quanto dovuto direttamente sul c/c del destinatario ed avente diritto.

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